lunedì 22 maggio 2006

MeNo CinQue...

un esame è andato.
una sofferenza sciolta in un meraviglioso colloquio, sofferto e avvincente.
per un attimo ho perduto la voglia di combattere.poi la telefonata improvvisa, il problema al pericardio, le complicazioni. la sua paura, che non è la mia, prende il sopravvento.
Non posso fare nulla. Non posso bestemmiare o pregare. Non ho tempo.
Poi l'illuminazione, il moment-of-trouth giunge quasi automatico: l'unica cosa che posso fare, è dimostrarti quanto ti amo; come? è buffo, ma davvero l'unico modo è quello di accumulare numeri (possibilmente accompagnati da lettere) su un foglio di carta. Sicchè il voto, dialetticamente diviene voto in sè e per sè, misura del mio amore sotto forma di pagine lette e studiate, trasformato in un mirabile artificio matematico.
Eccolo, è qui sul libretto. ti dedico il mio trenta e lode in lettrature comparate.
ho firmato, piangendo quasi, perchè era troppo bello tutto, anche le domande bastarde e intricate (mi parli di Joyce in una ricerca intertestuale e paratestuale secondo Genette in relazione al suo romanzo e a Omero)...tu eri con me , su quel banco. solo io e te sappiamo. lasciamo che gli altri parlino. a noi il silenzio.


ora vado a cimentarmi con altri cinque esami. ma lo faccio per me e per lui, e mi pesa di meno.

p.s. c'è stata una domanda su Dubliners. a un certo punto mi sono accorta di dire: "i morti E' Dubliners." qualcuno me lo aveva detto nel telefono, in un quando e come sbiaditi...se passi di qua, capirai.

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