lunedì 15 ottobre 2007

Asi es la vida

las cosas cambian, y cambia el idioma en que van escritas..
sono un mare in tempesta, ma a casa ci sei tu ad aspettarmi...non sei l'altro, e ancora non mi abituo a certi lineamenti che sembravano quotidiani, ora ormai nemici...
perche'? avrebbe voluto che piangessi dietro di lui per anni, per ferirti meglio che nella sua incoscienza presentandoti la nuova ovvero facendosi vedere con lei ma occultandone l'identita' per un buon tempo, come e' successo con te?o forse, vittima di ripensamenti dettati dall'abitudine avrebbe voluto ritentarci? no, e' che vedi, ci si sente persi quando non si possiede il cuore di qualcuno, ci si sente naufraghi senza l'attenzione di chi nemmeno ti interessa, con che sai che ci sia ti va bene, sai che c'e' qualcuno che sta piangendo per te e ti fa sentire forte tutto questo, e bello, intelligente, elegante. peccato che non ho versato una lacrima nemmeno davanti a quel corpo freddo in una bara, tu eri la' e sai com'e' stato, ed io ero gelida forse piu' del cadavere del mio povero babbo.
Ma a te bastava prendere la palla al balzo, per raccontare la tua favola dell'eroe e della puttana.
A me non importa.
C'e' una nuova casa per me. E una persona che impari ad amare, innamorata dell'amore che leggi nei suoi occhi per te.
E non piango, no. E ho un lavoro, e sono comodamente seduta al pc dell'impresa dove sto facendo lo stage, tu che dicevi che non avrei mai compreso il mondo del lavoro, con le sue consegne, responsabilita', tempi.
Eppure io il tempo lo trovo, che strano.
Dall'amanecer fino alla tarde trabajo como loca, e no me corta el mambo, sabias?
Perche' torno a casa, e scendere dalla fermata e' un chiudere le persiane del lavoro e aprire l'arcobaleno. Mi aspetta con il suo cigarro relleno verde il sapore in bocca mentre cammini mano nella mano ed era da tanto che non lo facevi e non sai nemmeno il perche'..e il caldo e' l'arrosto nel forno, con il riso in bianco e le patate cotte da scottarti la lingua, e il te' con leche para la nena que vuelve del trabajo, e un massaggio alla schiena parlando di lavoro e musica, e carezza prima di andare a dormire, non si riesce ancora a fare l'amore senza scacciare facce note, percio' una calda coperta e no pasa nada, besitos, hasta que se cierren los ojos, besitos para la nena que los necesita. Te kiero. ...Y yo, papito.
y yo.

martedì 12 giugno 2007

VOLVER

Non posso abbandonare il mare piatto e calmo per tornare alla tempesta. non posso.
I giorni scivolano troppo rapidi, come la sabbia che stringo nelle mani giocando ad essere bambina, stringendo al petto la pupa di Romi, argentina meravigliosa dalla vita piena di spine, eppure sorride e ti apre il cuore, lei e la sua piccola riccioli indomiti nel vento.
La casa è cambiata ancora, vivo con Marce e Fer, e la tranquillità del giorno, in un appartamento argentino - finalmente, alla fine dell'esperienza- lascia il posto ad una strana angoscia, quando lo sguardo si posa sul rosso verde e giallo dei tamburi, ben ordinati in un angolo del salone, correndo poi al tavolo sempreverde ma non perchè siamo in un casinò, a finire ai poster innumerevoli, macchie colorate del tuo pub favorito sparse sul bianco di una parete a cui manca solo il celeste.
Guardati. Hai la faccia stanca e contenta, e stai iniziando a sentire in bocca l'amaro di tornare dall'altra parte. Cosa ti aspetta oltre quella benedetta lingua di mare che piena di speranza e paura hai superato, sola, nove mesi fa?
Vai via, e la gente non ci crede. Ti dicono che non puoi farlo. Minacce di sequestri e rapimenti per la Tanita internazionale. e il cuore si stringe, a pensare a cosa troverai dall'altra parte. Il nulla. Forse qualche soddisfazione te la regalerà lo studio, gli amici, quelli che sanno vederti donna, quelli che ti hanno dato il buono e il bello della parentesi milanese in una settimana di fine maggio. Gli stessi che, lo sai, non ti abbandoneranno. Gli stessi che ti hanno confessato che la tua capacità di parlare con qualsiasi tipo di gente, indipenedentemente dal colore, razza, età, dignità non è un difetto, non si disprezza. Si ammira, si ricerca, si imita. Sfortunatamente non TUTTI la pensano così. E in quei tutti, aihmè, rientrano un paio di persone a te care, ma che non comprenderanno nè ora nè mai. Già l'odore della frustrazione inizia a sentirsi. Tornerai, e non tutto il mondo sarà disposto ad accoglierti come prima. Sai che probabilmente risulterai scomoda, e non mancherà chi ti darà della fuori di testa. Ma a te tutto questo non importa. Non hai bisogno di amore, nè di affetto e comprensione. Ce li hai dentro, e qui te ne stanno regalando talmente tanto che ti sta nauseando. Il resto è solo strascichio stanco di telefonate di servizio, senza tempo nè voce, hai perduto interesse ma in fin dei conti è meglio così. Che nuovi volti rimpiazzino il tuo, che venga un nuovo amore per un amore stanco a cui tu non sai se regalare ancora vita e forza, o gettare finalmente l'ancora e scendere dalla nave, raccogliendo due anni e mezzo di vestiti rattoppati. A volte fantastichi troppo, e in un ultimo disperato gesto pensi che vorresti un figlio, da lui. Costruirti una vita con esso, qualunque strada prendiate voi due, e non per legare a te l'altro in vincoli eterni di rispetto, no. Semplicemente per avere un ricordo di ciò che è stato, e probabilmente non è più perchè le linee che sembravano perpendicolari non possono incrociarsi che all'infinito, e il tuo tempo, sventurata, infinito non è.
Ci sarebbero altre infinite cose da raccontare (compleanni in spiaggia, e Caceres ) ma ne parlerò quando sarò via di qui, pa que el recuerdo no muera.

lunedì 23 aprile 2007

La primavera trumpetera ya llegò...

Sì, è estate. Senza dubbio alcuno, siamo arrivati. E le maniche corte, mai effettivamente dismesse, sono un must, ma lasciano già chiazze per colpa del sole. Le discoteche un microonde gigante. Occhiali a cuore, ti senti fortunata. Sei tornata dall'Italia, e la burbuja non si è rotta, anche se qualche scossone sì che l'hai subito, ma questa è un'altra storia. La storia di qui è il sole, ancora una volta, nella mente e nel cuore. Studi, ma in tutto questo cresci imparando la vita. Dove? en la calle. (e del resto, da dove parte tutto, moda compresa?giusto perchè qualcuno non storca il naso). Ebbene sì, in strada, On the road alla Kerouac. Santa Faz 2007 è una data, per esempio, di quelle che ricorderai per la gioia di vivere, e nient'altro. Uno di quei giorni perfetti, in cui la sveglia alle 7 non ti pesa. Santa Faz è una processione religiosa, che parte da Alicante e arriva a San Juan. Chilometri di folla. Solo che non siamo a Lourdes, o al Vaticano. E in quel fiume ininterrotto e contorto di gente che ti passa davanti, dietro, al lato, mentre ti incammini sonnecchiante con i tuoi percussionisti a portare sole e allegria, facendo colazione con sangria e rum (ma questi sono dettagli poco sorpredenti) , comitive intere di ragazzi e bande di scalmanate tredicenni seguono la processione mescolandosi alla folla, alla guida di carrelli della spesa pieni di ogni ben di dio per un botellon..alcuni avevano persino la borsa frigo, mescolandosi alle famiglie, ad anziani col bastone di quelli che passeggiano grattandosi la testa, a bambini urlanti. In tutto questo tu sei là, con la musica, a ballare e sorridere chiedendo gentilmente monete, e sigarette, o bibite, tutto ciò che ti può dare il curioso che si ferma a guardare l'allegra e colorata banda e la sua musica, e che per due minuti o quanto voglia rimane intrappolato nella buena onda che emanate tutti, a cui è difficile sfuggire. Ricavi più di 100 euro passando il tuo cappello da giullare tra mani e mani, ballando e ringraziando in una lingua non tua (essì che sei Argentina, ora del Mar del Plata ora di Buenos Aires, la gente lo crede perchè una allegria così coinvolgente possono averla solo gente come loro, e come te, claro), ricevi il tuo premio in denaro e tanta ammirazione per essere stata così incredibilmente brava a guadagnare tutto ciò in tre ore appena, sei parte del gruppo, la hermanita, la hija, la companera, tutti insieme a mangiare un kebap ripartendo el dinero, e poi spiaggia, perchè la gente non dorma sul suo asciugamano ma si alzi e venga a muovere un pò la cintura con il vostro ritmo. Sei il ritratto della felicità, una felicità fatta anche di hic e bollicine ma non per questo meno vera e intensa. E sulla stessa onda, la noche trumpetera dell'jendrix. Eventi di cui parlerai, ma che devi fermare -in rete, sulla carta- per te, per il tuo ricordo che già scivola cancellato automaticamente dal giorno successivo, che si rivela sempre meglio di quello prima, e hai paura che il climax si arresti prima o poi perchè a te per prima sembra anormale. Anormale vedere la gente che ti osserva con invidia e stupore, contagiata dal tuo sorriso e gioia di vivere, ballare senza stancarsi mai, l' Jendrix con la sua festa che ti sa di inaugurazione del giardino di Pippo in tempi che forse sognasti - o stai sognando adesso- , tu e marcelo vestiti da pagliaccio con tanto di naso rosso a ballare ska levando al cielo le vostre trombe immaginarie, sul ritmo di canzoni che non dimenticherai. La musica non ti abbandonerà mai. E il sorriso di gente che con quella musica ti parla, nemmeno. E quando sarai triste, boluda? Musica maestro, verrà il Tu-Ta Tu-Tà!

domenica 8 aprile 2007

VIVIMOS EN UNA BURBUJA...

non so quando i contorni hanno iniziato a sparire piano, e il riflesso arcobaleno della luce del sole su una bolla d'aria e sapone mi ha iniziato ad avvolgere...ci ha avvolto..non so nemmeno la bocca di quale bambino, in un gioco eterno e già previsto, ci ha sputate fuori insieme ad altri mille volti come noi, che probabilmente non incontreremo ma di cui condividiamo il destino di sospensione..ci muoviamo nel vuoto e siamo particelle d'acqua, in a bubble, come dici tu, en una burbuja-segun ellos-,in una immensa bolla che ci porta via, giocando a farci rimbalzare senza mai cadere su prati, e letti, e visi, e baci, e città..ancora Italia ma è tutto diverso e come un gioco..gli occhiali a cuore per vedere la vita come un cartone animato, e il vento soffia dentro la bolla e con le mani ancora attaccate alla superficie appiccicosa giochi a rotolare tra il Colosseo e Via dei Tribunali..le sveglie sono un sorriso, lenzuola rosse come la luna di Napoli per le due principesse, fumaglie continue e questa sensazione che ancora non ti abbandona, rotolare nel tempo e nello spazio come dadi lanciati da mani ignote, ma senza mai cadere..nulla a farti male, perchè anche se è italia stai parlando in spagnolo e in inglese- l'hai fatto per continuare a sognare, e la tua batterista inglese occhioazzurro ti reggeil gioco implicitamente richiesto dal fatto stesso di parlare nella lingua che avete comune, lontane entrambe dai vostri mondi nonostante ci siete, nel tuo, e gioia sono i volti amici, e la casa torna ad essere di quattro nonostante il marmo è freddo e non ti piace nemmeno il colore
-l'hai visto oggi, ma non potevi fare altro che appoggiarvi la testa per cercare di penetrare, hai bussato ma nessuno ti ha risposto, nemmeno un fiore a salutarlo, solo lacrime.
tornano i sorrisi, ed è quasi timida la bocca che si schiude in casa tua, quasi ad aver timore di emettere un grido e non una risata, o che la risata stessa suoni sgraziata ed eccessiva.Invece due bacchette a segnare un ritmo sulla spalliera di una sedia bastano a far ballare tua mamma su una gamba sola per il dannato menisco, e tu ritrovi la vena cabarettistica per regalare due minuti di show, prima di tornare in te e realizzare, testa contro il muro, che dormire è meglio che stare svegli, quando l'incubo sta in tutte e due le fasi.hai ancora il cioccolato in bocca e già devi scappare di nuovo, lassù al nord qualcuno ancora ti ama, e tra una settimana devi riportare lacrime e gioie dall'altra parte del mare, assecondando il perenne rotolare della burbuja..e nonostante tutto, puoi chiamarti fortunata, anche se la faccia nello specchio piega ancora la bocca all'ingiù e tu devi correre perchè dalla cucina qualcuno ti chiama.

lunedì 26 marzo 2007

e un'altro anno è passato...

un mese che non scrivo. un mese in cui è successo di tutto. qua i giorni scivolano via e la cognizione del tempo e dello spazio si dissolve.non sai mai chi sei, nè perchè nè quando. essere. essere e basta. non lo facevo da una vita. e mi piace. qua è già estate, e il sole bacia la sabbia, e la pelle inizia a prendere colore. si ritorna in spiaggia, senza i tuoi amici che da qualche parte, dispersi per i paraggi di Buenos Aires, bevono mate e ti inviano mail dicendo che lo hanno fatto pensandoti. un abbraccio lungo una costa. Ed ecco che ancora una volta, spiaggia e argentina si fondono, nei contorni multicolore di asciugamani e percussioni. e torna la vita, in spiaggia, iniziando dalla vigilia del tuo compleanno. il cielo ti regala di passarlo con una banda di scalmanati e allegri percussionisti, detti "buena onda". Che vuol dire, in una parola, tutto. I sorrisi, la gioia di vivere, ballare in spiaggia e giocare a palla, fare casino, e tutto il mondo là a guardare te e Frances sorridendo di riflesso alla vostra gioia tutta argentina fatta di niente, della semplicità di sorridere e giocare e ballare. Torna la gente a chiamarti "tana, tanita" il tuo caro soprannome che pensavi nessuno più ti avrebbe ridato dopo la partenza dei mitici tato, luciano, seba, claudio e compagnia. Invece sei là in spiaggia, con altri argentini, ancora una volta, di buena onda, e basta parlarsi un attimo per essere amici, fratelli, per chiamarsi "hermano", aspettare la mezzanotte che è quella del tuo compleanno mentre l'ultimo raggio di sole in spiaggia vi saluta, e marcelo esordisce con: "guardate, l'ultimo raggio di sole in spiaggia, sta tramontando e illumina i migliori, che siamo o saremmo noi, la gente felice, i più simpatici, quelli che se lo meritano. "alza la sua birra, indica il sole e: tanita, a medianoche va a ser tu cumple. il compleanno è un giorno speciale, e anche se non ti conosco bene, la tua faccia mi dice che non è proprio un bel periodo. beh, italiana occhi tristi, a mezzanotte tutto ciò cambierà. a medianoche vos sos la Reina, la reina de la noche. Acuerdatelo. " E reina sono stata, difatti, con tanto di corona in testa e guanti neri, mezzanotte a casa a bere ricordando lo scorso anno con la notte bianca di milano, mentre ora a farti gli auguri è gente dal mondo, e ti sembra strano, e sei circondata da amici inglesi, francesi, spagnoli, italiani.. e si continua, telefonate ke arrivano e ti sposti in un appartamento argentino, dove gente che manco ti conosce ti ha pensato come fossi na sorella, preparandoti feste e regali a sorpresa che non ti aspetteresti, vorresti piangere dall'emozione, ma sei troppo ubriaca per farlo..e via allo Stereo, a ballare e fare foto, sorrisi...due ore di sonno a casa (due davvero, 9-11) e alle 12 tapas al Lizzaran.
Ti rubano la borsa, te ne fotti, e via al Parco Moran, dove i tuoi percussionisti ti cantano Feliz cumple, e il giorno trascorre in musica, e risate, e muoverti al ritmo dei tamburi con una ballerina di samba brasiliana conosciuta al parco, tutto il mondo a guardarti e sei felice, nessun problema oggi e tanta felicità, il tuo corpo è materia che si muove al ritmo della musica, ed è gente che non parla la tua lingua ma sono la per te a cantarti la canzoncina, Bombon, tanita, a farti sorridere, a insegnarti ancora una volta che non è la comunanza di lessico che aiuta, ma la maniera di essere dentro, il corazòn conta, el alma, e tutto è vita e colore. oggi mi sveglia un nuovo sole, con incubi italiani molto prossimi, ma hai avuto i tuoi sorrisi e in mezzo a questi c'era il tuo papi, a strizzarti l'occhio e inviarti angioletti che te cuiden..a prendersi cura di te, inviandoti la carezza di colori e musica, e baci nei raggi di sole. 22 anni. il numero del loco, in argentina. il 22. la vita si preannuncia differente. ma qual'è la vera vita? la vida es sueno, semplicemente. e se è così, continuate a regalarmi il vostro arcobaleno, e non vorrò svegliarmi più.

mercoledì 21 febbraio 2007

Ancora Italia...

I know, you love the song but not the singer
I know, you've got me wrapped around your finger
I know, you want the sin without the sinner
I know
I know, the past will catch you up as you run faster
I know, the last in line is always called a bastard
I know, the past will catch you up as you run faster
...I know....
I know, you cut me loose in contradiction
I know, Im all wrapped up in sweet attrition
I know, its asking for your benediction
I know,I know
I know, the past will catch you up as you run faster
I know, the last in line is always called a bastard
I know, the past will catch you up as you run faster
I know
I know

I know, the past will catch you up as you run faster
I know, the last in line is always called a bastard
I know, the past will catch you up as you run faster
I know
I know.


Matera. Po
rta sempre con sè un certo malessere, anche se sorrisi. Sono di nuovo in Italia, lasciando casa "mia", con le sue finestre aperte sul mondo stile colosseo, e operai argentini troppo chiacchieroni che mi regalano maglie e parlano di storia, e i rimproveri del dueno, i pianti, le paci, i baci, i sorrisi, le valigie alla stazione, l'acqua, la resaca, la flaca, la rubia nel black dog, cartoline e promesse a riannodare le fila della storia prima di salire sul treno e bloccare il "rec" sul nastro spagnolo. Girare la cassetta, accendere "play" dove si era interrotto quello italiano. Le due vite si inseguono, ma fra i due lati il "b" per ora rimane il migliore. L'arcobaleno e il caldo si spengono a Roma Ciampino, ma basta il sorriso e l'abbraccio delle mie STAR a farmelo tornare. Sono a casa, Roma, il successo non cambia nemmeno di una virgola nessuno, e nonostante biascichi ringraziamenti bilingue (sei ancora inceppata, cacchio), ma sorridi ritrovando tutto com'era e il tuo spazzolino al solito posto alla destra del lavandino, come se non te ne fossi andata ke per un week-end, lasciando là gli oggetti distrattamente, sapendo di ritrovarli al loro posto, dove amorevoli "mani" dei tuoi amici improvvisatisi mamme le avrebbero riposte, per fartele incontrare ancora. il sentirti sicura, e certa. il verde in testa e in bocca. Grazie, amici.

Ieri Matera. Pianto, occhi neri. Di colpo apro l'armadio, afferrando tutte le tue cravatte e indossandole. il resto è la testa che picchia forte contro il muro, fino a che l'alt è una chiazza rossa sul pavimento che arriva direttamente dal naso. Non sono ancora adulta, per affrontare l'abbandono. Spero mi perdonerai. Annego il giorno in due mojiti e dietro la maschera da bambola di pezza, ciò ke piu' mi si addice nel ciarpame che è adesso la mia vita.

But show must go on...next stop: Milano.

mercoledì 14 febbraio 2007

Chiedimi se sono felice

chiedimi se sono felice. oggi. oggi la giornata è stata produttiva, o forse no.
potrei essere felice ugualmente.
ho scritto e inviato un racconto.
ho mandato mail.
ho pensato alla tesi.
ho preso appunti.
ho pensato (molto importante).
ho pianto.
ho scoperto che la tortilla riscaldata è meglio di quella fredda.
ho parlato con Davide. (San Valentino :) )
ho pianto.
Ho riso.
successivamente mi sono scottata alla piastra, ho ripianto subito dopo.
ho abbracciato frances, e l'ho vista disegnare.
ho mangiato un bacio perugina.
ho le foto del concerto dei Qualude a Murcia. ( fantastiche).
ho scritto.
ho guardato il telegiornale.
ho fumato un porro con miguel parlando di cinema.
Tutte ste cose in due lingue.
"Ma..... posso essere felice con poco" vero Carmen?
ebbene sia, oggi posso dirmi "felice".
non voglio andare via. questa è davvero casa mia. una casa che ho sempre sognato, forse esisteva. la casa della pace. questa casa è una carezza sulla guancia ogni volta che vai a dormire, e il buio è ovatta protettivo, i ritmi della gente che vive con me qua si incastrano perfettamente meglio delle voci di un canto gregoriano, è tutto sereno, la maniera di parlare, di essere, e non c'è niente da chiedere, un abbraccio, una mano sicura, una spalla su cui piangere, ridere, essì che siamo di 4 posti diversi, inghilterra-italia-spagna-america e c'è una tale armonia che no lo diresti mai. pace. serenità. e film e dormire il pomeriggio. la paella di miguel. uscire, divertirsi. concerti, risvegli coi Led Zeppelin.
baci, camomille, canne, caffè, risate, disegni, matite, trucchi, pub, sangrie. Può essere un nuovo inizio.
intanto torno in Italia tra poco..che ansiaaaaaaaaaaaaaaaaa!!

venerdì 9 febbraio 2007

LIFE IS CHANGING..(maybe)..

cambiamenti in corso in tutto, per tutto, con tutto e di tutto.
il tempo per scrivere è sempre poco e "malo".
non ho parole, e questa mancanza mi svuota, non posso studiare perkè mi manca qualcuno, insicurezza....
cerco la tua mano e non la trovo, il ricordo è freddo e caldo e fa male, star nel mezzo, fa male.
ad ogni modo....
ho cambiato casa, adesso vivo con Frances. ho una camera mia, con le pareti azzurre.
il cielo in una stanza.
ed è bello, quasi una famiglia, risvegli rock and roll, studio e tante risate, chiacchiere fino a tardi,
musica, e parlare di tutto, inglese, spagnolo, italiano, mescolanze di culture e fatti e persone e parole e lingue.
manca qualcosa, perchè sia perfetto. qualcuno. o tutt' e due.
scriverò meglio in seguito, oggi ho appena finito gli esami e la noia prende il sopravvento cedendo il passo a parole stanche e senza senso.
ho sperimentato l'insicurezza davanti al foglio bianco, in un esame del kazzo dove la dignità ha deciso repentinamente di abbandonarmi, e non è facile, cercare di fare la donna quando quello ke vorresti è l'abbraccio vero, e non quello di due coperte morbide sotto le quali speri di soffocare l'angoscia per sentirti, in un certo qual modo, a casa.
Penso, penso, penso. paradossalmente, il pensiero schiaccia il linguaggio rendendolo insulso, insulto. e paradossalmente, tutto quello ke sto pensando, non rassomiglia nemmeno lontanamente alle porcherie che ho scritto.
fumerò una sigaretta.
hasta pronto.

lunedì 8 gennaio 2007

Yo, Fernando

poesie di Pessoa, non ho voglia di scrivere.
e poi, lui e' piu' bravo di me nel dire. Lui e' il maestro. Un dio.
e siamo sempre insieme.

SI MUERO PRONTO
Si muero pronto,
Sin poder publicar ningún libro,
Sin ver la cara que tienen mis versos en letras de molde,
Ruego, si se afligen a causa de esto,
Que no se aflijan.
Si ocurre, era lo justo.
Aunque nadie imprima mis versos,
Si fueron bellos, tendrán hermosura.
Y si son bellos, serán publicados:
Las raíces viven soterradas
Pero las flores al aire libre y a la vista.
Así tiene que ser y nadie ha de impedirlo.
Si muero pronto, oigan esto:
No fui sino un niño que jugaba.
Fui idólatra como el sol y el agua,
Una religión que sólo los hombres ignoran.
Fui feliz porque no pedía nada
Ni nada busqué.Y no encontré nada
Salvo que la palabra explicación no explica nada.
Mi deseo fue estar al sol o bajo la lluvia.
Al sol cuando había sol,
Cuando llovía bajo la lluvia(Y nunca de otro modo),
Sentir calor y frío y viento
Y no ir más lejos.
Quise una vez,
pensé que me amarían.
No me quisieron.
La única razón del desamor:
Así tenía que ser.
Me consolé en el sol y en la lluvia.
Me senté otra vez a la puerta de mi casa.
El campo, al fin de cuentas, no es tan verde
Para los que son amados como para los que no lo son:
Sentir es distraerse.




HE PASADO TODA LA NOCHE SIN DORMIR
He pasado toda la noche sin dormir, viendo, sin espacio tu figura.

Y viéndola siempre de maneras diferentes de como ella me parece.
Hago pensamientos con el recuerdo
de lo que es ella cuando me habla,
y en cada pensamiento cambia
ella de acuerdocon su semejanza.
Amar es pensar.
Y yo casi me olvido de sentir sólo pensando en ella.
No sé bien lo que quiero,
incluso de ella,
y nopienso más que en ella.
Tengo una gran distracción animada.
Cuando deseo encontrarla
casi prefiero no encontrarla,
Para no tener que dejarla luego.
No sé bien lo que quiero,
ni quiero saber lo quequiero.
Quiero tan solo
Pensar en ella.
Nada le pido a nadie,
ni a ella, sino pensar.


sono triste, triste triste.
T R i S T e.
alba, dove sei?
e tu, mio babbo..?
Ti amero' per sempre.

martedì 2 gennaio 2007

2007: Odissea nello Sfascio


eccoci qua a salutare questo neonato, avendo chiaramente fatto passare un giorno di silenzio a causa della "botta" che il Capodanno DArk ha lasciato dietro di Sé.
bella la festa, bella la gente, bello tutto, insomma.
ragnatele, neri ovunque, e rock, tanto da stare male, e baci e abbracci, è mezzanotte, auguri.
si aprono gli spumanti e si torna a ballare sulle note già tante volte vissute e amate, gruppi che hanno fatto la tua storia e vita, e la musica del foniko-ali-argentate si alza, e polvere, e grida di soddisfazione, e teste ritmiche a muoversi su e giu', scuotendo chiome improbabili figlie dei nostri travestimenti, voglie protate alla ribalta, amici, amanti, amori, sapori, sorrisi, liquori, telefoni perduti, telefoni ritrovati, pensieri sacri e profani, pensieri andati, lacrime che spingono per uscire,- poi ricacciate indietro dall'ennesimo mojito-.
tutto bello, tutto paradossale.
ora nuovo anno, è compito tuo raddrizzare sta curva dell'isocosto ..che come ben sappiamo, cresce fino a un certo punto, e poi precipita.
spostiamoci su profitti monopolistici, per favore.
il palcoscenico, almeno per una volta, sarà mio.
buon ANNO! a tutti!