domenica 31 dicembre 2006

bye bye 2006

oggi la giornata è iniziata male...
qualcosa di simile a un rospo continua a giacere nella mia gola...non lo ingoierò mai..
mi sento abbandonata.
e oggi intanto è già la fine dell'anno.
l'ultimo fottuto giorno di questo 2006, che porta la firma di mio padre.
figlio di puttana, te lo sei portato via. come hai potuto? me l'hai strappato via, il mio povero padre.
spesso penso al suo corpo, chiuso dentro un cassetto di mattoni.
non realizzo. non voglio. la gente dice che reagisco bene, che se non altro sono una brava attrice. che mi devo dare da fare. che devo sorridere. che devo fare come se lui fosse vivo. che ora lui sta meglio.
la gente dice, dice un sacco di cose. non ho piu' orecchie.
stamattina ho riletto la Pioggia. e 1964. e un mucchio di altre cose. mi stupisco di come non possano cadere le lacrime, nonostante la forza di gravità sia uguale dappertutto sulla terra. le lacrime rimangono sospese, non escono. E' come se piangessi al contrario. il cuore una spugna, gli occhi asciutti, lo stomaco in subbuglio e senza voce, nemmeno per gridare.
festeggerò ugualmente. Stasera è la mia sera. la mia notte. E domani è tutto per me.
Come mi hanno scritto in un messaggio, se non ci fossero fini così atroci non sarebbe così importante ricominciare.
Credo che gli uomini abbiano inventato il Capodanno per questo, per avere la certezza che strappando il 31 dal calendario tirino via un pezzo di vita, 365 giorni, e ricomincino. l'homo senex saluta l'Homo puer.
io saluterò il 2007 con la speranza del pescatore che butta l'ennesimo amo in un canale ormai quasi secco. la speranza in un miracolo. in una moltiplicazione di frutti, risultati, sorrisi, soddisfazioni. tutti da vivere, tutti da dedicare a quel gran signore di mio Padre.
per lui con lui in lui. e ora io cerco nella memoria, e voglio non trovare il corpo bianco e freddo, ma la sua vita, quella vera. ancora adesso è come se mi giro, e lui fosse là.
angoscia, per favore vai via.
silenzio, taci anke tu una buona volta.
Voglio parole, e musica, e tanto rock 'n roll, e luci, e drugs, e completi di pelle e pizzo nero, e smalti che raccontano di giorni complicati, e un bordo nero e spesso intorno all'occhio, che la dice tutta se perfino Mr. Brian Molko ci ha tirato su la splendida Black-eyed: "a product of a Broken Home".
Voglio amici e i loro sorrisi, le loro braccia sempre pronte, braccia che ti dicono il bene disinteressato e puro, braccia come calde coperte morbide intorno al corpo. Sorrisi come perle, da conservare con cura per i giorni di pioggia che verranno.
Voglio l'ebbrezza della mezzanotte, e di un conto alla rovescia.L'illusione di un riscatto. Guardare il cielo e dirgli: beh, io sono ANche questa, ma ti amo lo stesso.
Sentire la sua carezza tra i capelli, sul viso che la luna si divertirà a bagnare d'argento.

Addio 2006. mi Bruci sulla pelle come il marchio a fuoco su una povera bestia d'allevamento.
Ma io sono piu' forte di te. Giungerà la mezzanotte, e un secondo dopo in una notte Dark un trozo de alma si staccherà da terra, pieno di vita propria, e mi dirà Addio con la mano, per non tornare mai piu'.

Aspettando cicatrici immediate,

Buon 2007 a tutti.

venerdì 29 dicembre 2006

Requiem Aeternum

un mese fa mi ha abbandonato mio padre.
ciò spiega questo silenzio.
e ora sono qui a girare in casa, e ogni oggetto dice: Babbo! con voce sgomenta.
nessuna altra parola, se non che in cielo, direttamente dopo Dio, viene Papà (come diceva Mozart).

per te, amore mio.
Delia Elena San Marco
Nos despedimos en una de las esquinas del Once.
Desde la otra vereda volví a mirar;
usted se había dado vuelta y me dijo adiós con la mano.

Un río de vehículos y de gente corría entre nosotros;
eran las cinco de una tarde cualquiera;
cómo iba yo a saber que aquel río
era el triste Aqueronte, el insuperable.
Ya no nos vimos y un año después usted había muerto.
Y ahora yo busco esa memoria y la miro y pienso que era falsa
y que detrás de la despedida trivial estaba la infinita separación.
Anoche no salí después de comer y releí,
para comprender estas cosas,
la última enseñanza que Platón pone en boca de su maestro.
Leí que el alma puede huir cuando muere la carne.
Y ahora no sé si la verdad está en la aciaga interpretación ulterior o en la despedida inocente.
Porque si no mueren las almas,
está muy bien que en sus despedidas no haya énfasis.
Decirse adiós es negar la separación, es decir:
Hoy jugamos a separarnos pero nos veremos mañana.
Los hombres inventaron el adiós
porque se saben de algún modo inmortales,
aunque se juzguen contingentes y efímeros.

Delia: alguna vez anudaremos ¿junto a qué río? este diálogo incierto y nos preguntaremos si alguna vez, en una ciudad que se perdía en una llanura, fuimos Borges y Delia.

Jorge Luis Borges - El Hacedor



Ti amerò per sempre.

giovedì 23 novembre 2006

Divertiamoci...

per la prima volta posto un test, ma solo perkè me l'hanno forwardato in myspace e non ne ho mai postato uno, e sono a matera a fare l'infermiera a mio papà tra flebo e chiacchiere con un infermiere, (ma guarda un pò) dell'ANDALUCIA..
lo spagnolo mi segue, per fortuna.
scriverò meglio oggi o domani, ora mi diverto un pò..!

1) Da quante lettere e' composto il tuo nome?
sette
2) L'ultima persona con cui hai parlato al telefono?
Davide
3) Cos'hai trovato nell' uovo di Pasqua?
boh, chi si ricorda..sicuramente qualcosa che faceva cag.......
4)Hai gia' festeggiato il tuo compleanno quest'anno?
SI, ma tra un pò di nuovo....2006 finisciiiii ti odioooo
5) Un personaggio dello star system che manderesti a lavorare in fabbrica?
Paris Hilton
6)Come sono le mutande che indossi?
Nere
7)L'ultima volta che sei stato/a dal medico?
inizio mese, in SPagna, per un attacco di paniko...(romi, ne sai qualcosa???)
8)Ti e' mai uscito qualcosa (cibo o bevande) dal naso perche' stavi ridendo troppo?
Quasi sempre...una volta però ricordo che ho emesso una linguina intera (mangiavamo pasta con le cozze a Metaponto a casa di Annalux...
9)L'ultima cosa che hai mangiato?
Crackers alla pizza (in realtà li sto ankora mangiando..)
10)Se alzi la testa appena sopra al monitor cosa vedi?
il muro, e pile di medicinali...
11)L'ultima cosa che hai comprato in autogrill?
Sigarette
12)Hai letto i libri (almeno uno) di Harry Potter?
il bambino con gli okkiali mi sta sulle palle....
13)Che nominativo corrisponde al 10^ nome della rubrica del tuo cellulare?
Becky (england)
14)L'ultima volta che hai fatto il bagno nel mare?
il 5 novembre...non skerzo!
15)L'ultima volta che sei stato/a al cimitero?
un bel pò di tempo fa...
16)Hai mai ricevuto una telefonata (x te) dopo 1/2 notte sul telefono di casa (dei tuoi genitori)?
SI...ma avevo abbassato la suoneria...
17)Un frutto che proprio ti fa schifo?
No, non ce ne sono.
18)Ricordi l'ultima volta che qualcuno ti ha chiesto il tuo numero (con l'evidente intenzione di provarci)?
al COYote Ugly, al puerto..ma gli ho detto ke avevo 15 anni(ci ha creduto, of course)
19)Racconta una gaffe (la figura di merda) che hai fatto.
In un colpo solo sono stata capace di rovesciare....TUTTE le bibite che erano su un tavolo (eravamo in sei, quindi sei cocktail) SUI vestiti dei legittimi proprietari!
20)Ti piace Donnie Darko?
il film, si.
21)Alle medie eri innamorato/a del tuo/a compagno/a di banco?
Si, gli ho anke dato il primo bacio, ma ora è un angelo....non c'è piu'. Ciao Rock...
22)Hai i capelli lunghi o corti?
medi..( se può dire?)
23)Da bambino/a hai mai fatto la classica domandona "cosa sono esti?" (riferendoti ai profilattici)?
indoviniamo..Chiaramente si...! :D
24)In che anno sei nato/a?
1985
25)Con quale mezzo andavi a scuola?
con l'auto di papi...
26)L'ultima cosa che hai comprato quanto costava?
4 euro (il biglietto dell'appulo lucana)
27)Hai mai riciclato un regalo?
OVVIAMENTE...SI!!!
28)Hai mai detto apertamente a qualcuno che ti aveva fatto un regalo ti aveva preso qualcosa che non ti piaceva?
si, a mio papi, gli ho detto: "beh, questo te lo puoi anke tenere"...adesso mi pento per tutto ciò ma lo que ha pasado ha pasado
29)Gusto preferito di ghiacciolo?
Menta
30)Di che colore il tuo spazzolino da denti?
BIanko
31) "Madagascar" fa rima con...?
Joder, TEng0 que ir a ESTUDIAR......................!!!!



hasta luego.
xxxx

venerdì 10 novembre 2006

così per parlare...

ricognizioni di fatti, non mi va di farle ma forse mi fa bene.
la pscioterapia scribendi già non mi aiuta, e troppo spesso i miei costrutti sono sporchi, retaggi del "pensare in castellano".
sottofondo triste-moltheni che mi parla di circuti affascinanti ma per me sti circuiti sono dei veri e propri "corti".ma pazienza.
che frustrazione quando il corpo ti sparisce e al suo posto larga una maschera di gomma ti avvolge. essì che questo non ti basta però ad attutire gli urti della vita, mi sembra di camminare al buio in un corridoio fatto di spigoli, mi fa male tutto e in piu' sono pesante, pesante, pesante.
il troppo bere mi sta sformando ma è un circolo vizioso, la fame bulimica torna ma senza conseguenze, anzi, cucino per coccolarmi, e poi bevo per dare uno schiaffo al fegato, che perenne contraddizione...tuttavia, il farmi bene del mangiare e il farmi male del bere vanno nella stessa direzione...il mettere su quintalate di orribile grasso. lo specchio sfugge ogni mattina.
ti svegli, e già inizi a "cagarti"( come si dice qua) in qualsiasi cosa: en la vida, en la puta, en dies ( per non bestemmiare). un giorno spiegherò che significa quando uno spagnolo si "caga" in qualcosa. ora no. basti sapere che è una maniera come un'altra di imprecare, e riprendendo il discorso, ecco..mi sveglio imprecando. poi sigaretta, e litri di caffè, ma la resaca del giorno prima continua a martellarti con chiodi a elle dentro la testa. e mentre prepari traduzioni in powerpoint mangiando crakers (di riso) e chorizo una telefonata basta a farti cadere il mondo addosso.
ebbè. mika mi kiamo Atlante. ma basta con la depressione, parliamo d'altro.
per esempio di Barcelona.
ci vado a fine mese carica di speranze, e lei tranquilla tranquilla riesce a essere la speranza delle speranze, il significante della speranza, insomma..LEi. Barcelona. incredibile, bellissima di una bellezza disarmante, l'arte si respira a ogni passo, e mentre cammini nella rambla in mezzo ai mimi che da ogni lato cercano di farti spaventare ti accorgi che in realtà sei al centro di un disegno di mirò. prendi la metro, scendi e vedi la Sagrada familia. e là non puoi non piangere, come la piu' scontata dei turisti ( o per lo meno delle persone che sanno apprezzare un'opera d'arte incredibile come poche). il fatto è ke l'arte di barcelona non è quella che sei abituato a vedere. nel senso, capitelli ionici, ultime cene, insomma..prospettive e figure tonde e rettangolari, di quelle che ti bastano per rassicurarti che la vita è davvero così come la si vede nel Tondo Doni.
NO. Barcelona è angoli, e deformazione, e urla ,i palazzi urlano, i quadri di mirò stridono, e ti raccontano a suo modo di gente che studiava la realtà ma solo per deformarla a suo capriccio, o a suo vantaggio. Studiare l'ordine del mondo per creare un caos in cui sentirti a tuo agio, insomma. E questo lo pensi mentre sei seduta sul divano in pietra piu' lungo e piu' comodo del mondo, che è quello che circonda l'esterno di casa di Gaudì. che solo a vedere la Sagrada pensi ke è pazzo. poi vedi dove kazzo ha deciso di andare ad abitare e già ti sta simpatico. ma quando ti accorgi di quello ke è davvero casa sua, beh, lì è amore signori miei. e non dico altro se non ANDATECI.
la sera, beh, giri immensi al porto, finiamo a una festa su un centro sociale mobile, ovvero allestito su un immenso barcone dove la gente davvero ci VIVe. difatti parlando nella stiva con uno dei Padroni di "casa" apprendo che loro girano il mondo così da anni, vivendo dei soldi che si fanno con le feste organizzate in ogni posto in cui attraccano. sono una decina. una perfetta rivisitazione del Decameron. Boccaccio sarebbe impazzito. io sono impazzita per molto meno, come una piante enorme di maria sottostiva, un vero e proprio albero. peccato per il tempo e la pula, che fa sì che salutiamo e andiamo. i giorni seguenti uguali, allo stesso modo belli e pieni di vita. adoro quella città. ADORO tutto.
torno qui, a CASa. e mi fa sorridere che ormai penso a casa mia come questa. ad Alicante. ma ho mai avuto una casa? e poi, esiste davvero una casa, un focolare, qualcosa a cui tornare? non torniamo forse in quel "buco che chiamiamo casa" (brian molko ti prendo in prestito..) solo per rassicurare la nostra ipocrisia che c'è un posto in cui possiamo toglierci la benedetta maschera..?in cui possiamo prenderci Tempo, con l'illusione che ci sia davvero?
per me casa mia è qui,ora, ma forse lo è stata da sempre. non si vive mica una sola vita, in fondo.
magari vivo qua da quando sono nata, senza saperlo.
alla fine hai ragione tu, AMICO, che dentro un filo mi regali geniali motivazioni per continuare a vivere, essendo felice. hai ragione quando mi dici che CARLO V parlava tutte le lingue dei paesi del suo impero, perfettamente, e questo perchè: "si vivono tante vite, quante lingue si conoscono".
Sento che questa vita mi piace di piu'. è una vita tutta mia, e io già non sono quella che ero. con questa vita ci farò un vestito di seta, principessa di un regno dove tutto e buono e bello, e il sole anche a novembre ti bacia con la stessa identica forza, per regalarti un sorriso.Cercherò di non rovinare anche questa. adiòs.

lunedì 23 ottobre 2006

ADDIVEDERCI

addio...o arrivederci?
i giorni passano qui, e c'e ankora il sole caldo sulla pelle e sabbia ovunque.
non ci andavo da un po', a dir la verita', coccolandomi nel letto mangiando giuggiole in compagnia di becky mentre guardiamo Nemo in inglese - Nimo, per come lo pronuncia lei- e tossiamo a turno, con la sincornia perfetta di due lancette d'rologio (in cui chiaramente io sarei le ore e lei i minuti).
il venerdi cena da tato per il suo compleanno, grasse risate ma un nodo in gola quando mi dice che tra una settimana parte, per non tornare piu'. siamo sul terrazzo a bere mate dopo cena, mate e ruhm, fumando sigarette mentre mi parla dei tramonti di buenos aires, tramonti lunghissimi e caldi, il sole sembra quasi non voler scomparire-mi dice- e ,vedi, e' questa la magia che...Tanita, ma sei triste?
non parlavo. semplicemente cercavo di fissare nella mente i suoi lineamenti, la sua faccia, ogni singolo tratto, le mani, le braccia che chissa quanto bramano di stringere un'altra volta la sua "señora", come la chiama lui, o di prendere in braccio i suoi nenes, un maskietto e una femminuccia di cui mi mostra orgoglioso i messaggi: "papi torna presto, feliz cumple, ti amo e mi manchi."
mi manchi.
anche a me mancherai, tato, mi dico. e forse lo dice anche la mia faccia, perche' lui si ferma e continua a dirmi che hai tanita, que pasa tanita, sei triste? non devi essere triste tanita, non voglio che tu sia triste. abbiamo ancora una settimana per vederci e poi chi puo' dire cosa ci succede, tana? il mondo e' cosi' piccolo, il destino cosi' fantasioso. e ti dico una cosa.
pausa. butta l'erba, ne sistema della nuova. l'aqua scorre bollente sull'erbamate.gira la "bombiscia" nel bicchiere, e mentre me lo porge mi dice:
"oyeme. potro' avere 40 anni, 50, 70, potro' avere nipoti, e figli dei nipoti, ma NUNCA - aspira il fumo- NUNCA potro' scordarmi de vos, tanita. llevare conmigo tu splendido recuerdo, el recuerdo de la tanita, y como se tomaba el mate, y como borges la encantaba.
naturalmente ho iniziato a piangere, non so se di felicita' o di tristezza..
e ieri in spiaggia, era cosi' dolcemente malinconico, una sottile sensazione di sofferenza, il presagio di qualcuno che se ne va, e mentre bevevamo mate con tato, e seba, e luciano, non reggo e corro a sedermi dietro di lui, lo abbraccio e gli dico: te extrañare. ya ahora te extraño.
e lui : no, tana. ascolta: io ti chiamero', te lo prometto. ti kiamero' dall'Argentina, da li', da cosi' lontano, tu non lo credi ma io te lo assicuro, ti chiamero' e parlero' con la mia Tanita, e ti aspettero' sai? ti aspettero' in quella Buenos Aires che tu dici che ti incanta, e mi dirai, e berremo ancora mate e rideremo tana. e anke se non ci dovessimo incontrare piu', beh...ogni volta che berro' mate ci sarai tu, nei miei ricordi, e ci faremo compagnia, amici di una vita que ya no vuelve. todo se aleja. `pero' sorridi. e tutto il buono che hai dentro, portalo con te.
e' sera, torniamo a casa. vado a vedere il real. tutto normale, e poi un messaggio:
"yo te dije tanita que nunca me olvidare' de ti. ya anote' tu numero de movil en mi ajenda. para nunca olvidarte.te quiero tanita. "

anke io ti voglio bene amico, gli scrivo.
non mi sono mai trovata di fornte a un addio del genere. e siccome il mondo e piccolo e nunca se sabe lo q pasa, ebbene , ke questo sia un'addivederci, e fara' meno male ingoiare la pillola di cui gia' sento il sapore amaro in fondo al palato.

ADDIVEDERCI

martedì 17 ottobre 2006

No...No..No...

la testa immersa a pensare da ieri
mentre lo spessore delle mie unghie si accorcia
non sono mai stato così fragile
e sanguino felice dietro un paio di occhiali scuri
e il sole mi guarda e
nella testa un solo pensiero:
ne morirà
sta per morire
non morirà
non deve morire
non morirà.


canzoni, perchè non riesco a scrivere, ma David Bowie ha già pensato di scrivere qualcosa per me.

PAROLA SULL'ALA (Bowie)
In quest'era di profonda illusioneSei entrato nella mia vita uscendo dai miei sogniNon ho bisogno di un altro cambiamentoNonostante tu sia penetrato a forza nel mio schema delle coseTu dici che stiamo crescendo, crescendo anima e corpo In quest'era di grande illusione Sei entrato nella mia vitauscendo dai miei sogni Dolce nome, sei rinato per me Dolce nome, sei rinato per me Oh dolce nome, ti chiamo di nuovo Sei nato di nuovo per me Solo perché credo non significa che io non pensiDi dover mettere in discussione tuttoin paradiso o all'inferno

Signore, m'inginocchio e t'offro la mia parola su un'ala
E sto provando in tutti i modi di rientrare nel tuo schema delle cose
E' più sicuro di un terreno estraneo
Ma ancora tengo a me stesso
E non sto in piedi nella mia propria luce
Signore, signore la mia preghiera vola come una parola su un'ala
La mia preghiera vola come una parola su un'ala
La mia preghiera rientranel tuo schema delle cose?
In quest'era di profonda illusioneSei entrato nella mia vita uscendo dai miei sogniDolce nome, sei nato di nuovo per meFino a quando vedrò, non fermerò la visione che mi appareGuardo due volte e tu ancora appariFino a quando potrò camminareTi camminerò a fianco, sono vivo in teDolce nome, sei nato di nuovo per me
E sono pronto ad adattarmi allo schema delle cose
Oh, sono pronto ad adattarmiallo schema delle cose


QUALCUNO MI AIUTI.

sabato 14 ottobre 2006

jet lag...

apriamo questo post dicendo che ho una "puta resaca " da stamattina, che sarebbe poi la sbronza, ma comunque.
apriamo anke dicendo che il titolo del post è mutuato dalla felice espressione che Kalao ha scelto per il suo nick in chat, e forse per identificare una vita (la nostra) tutta intera, ma comunque.
jet lag....infiniti viaggi. mi sembra di essere su una macchina del tempo impazzita che per qualche divina congiuntura astrale viaggia senza che nessuno possa fermarla.
Spagna-ITalia-Spagna.
o meglio: Alicante-Valencia- Bergamo-Milano. all'andata.e poi
di nuovo: Milano-Bergamo-Valencia-Alicante. al revés. (al contrario).
e poi: Alicante-Catral. Catral- Alicante. il tutto in una settimana.
e forse, a fine mese: ALicante- Granda -Cordoba, o Alicante-Barcelona.
da vedere.
Milano
la cosa buffa è stata passare dall'estate piena ai maglioni e piumoni, e dormire sotto una coperta calda e appoggiata alla sua spalla, una abitudine antica che ti mancava eppure l'hai vissuta come in un sogno. d'un fiato. e svegliarsi con l'odore del caffè che puntualmente si brucia, e con il sapore dei baci che avevi iniziato a dimenticare persino come si davano, il gusto delle sue labbra, le sue mani, e guardarsi negli occhi scoprendosi come per la prima volta, il freddo che ti fa starnutire e il desiderio del latteecaffè caldo con tanta marmellata e tante coccole, HaiVistoSonoTornata.
la casa. tu hogar. y sin embargo, hay algo que te falta.
eccerto, sicuramente qualcosa mi mancava. come ha scritto la mia cacciatrice di Sederi: "la regina dei feaci è tornata, assolata e tuttavia sola. privata degli sguardi che piu' desiderava".
e difatti. ma questa è un'altra storia, e non ne parlerò.
e poi c'era Kalao, e la puntata di All Music registrata davanti al cancello del Palamazda(in ogni caso va in onda il 18, per chi volesse jejejjejeje) e c'era ankora una volta lui, fantastico come sempra, Brian Molko, Biemme per noi, e una nuova seconda fila per me che come in estasi ero là a cantare la disperazione occhineri e lacrime. nere anche loro, chiaro. come il resto del vestiario. quando una persona sa essere coerente. l'altra metà di me va via come le note di Twenty Years, sfumando piano tra baci disperati e promesse di farcela (lo so che ce la fai, lo so che ce la fai, cazzo, sei il migliore!!!) e attese, lunghissime, perchè spero di vederlo al piu' presto.
Con la mia metà lo stesso. sempre piu' difficile vedersi, ma adoro le prove e ne stiamo venendo fuori meglio di quanto pensassimo, in fondo, non tutto il male viene per nuocere.
(la malinconia mi ruba per un attimo il respiro, solo una settimana fa ero tra braccia sicure e ora sono di nuovo sola, ma passerà. TiAmo.)
Alicante
Di nuovo qui. la turbolenza fisica in aereo divene mentale, non riesco ad affarrare le fila della sotri,al a trama sfugge e si nasconde alla vista e vorrei solo morire, attaccata al gonnellino celeste della hostess che continua a ripetere: VATuttoBene.
Fumo un porro nel treno grazie a un angelo vestito da una 20enne valenziana muy muy amable, che mi invita a seguirla nel bagno, ed io come fosse la cosa piu' naturale del mondo obbedisco, sostenendo nuove conversazioni nell'altra lingua. fumo e penso che in fin dei ocnti sono a casa. quasi piango per la gioia quando mi rendo conto che mi fa caldo solo perchè arrivo dalla città fredda e quasi a conservarlo, quel freddo, ho ancora su la felpa e il gilet imbottito.
guardo il termometro fuori in stazione. 36 gradi. ME encanta, e inizio a spogliarmi. il caldo della città è lo stesso degli abbracci e dei sorrisi, e cioccolate e rum a non finire già dalla prima sera.
ALicante mi esplode dentro con i suoi locali che gridano e ti chiamano, ancora, come se ti avessero aspettato. ritrovo me stessa e sono pronta a ricominciare la vita vera.
ieri sera a Catral, un paesini qui nell'interno. Io romàn e frances nel treno, inghilterra spagna e italia, a parlare di Borges e musica aspettando di scendere.
qui la serata si perde tra fumi di alchool, risate, due concerti rock in un centro sociale, una band spagnola e una olandese, un buenissimo rollo davvero, frances mi dice che le sono mancata e non mi sembra vero che una inglese arrivi a dirmi tanto, mi commuovo e inizio a parlare con tutti, finanche con un sordomuto. era là sulla sua sedia a rotelle e chiedeva il mio nome, scirvendo su dei pezzi di cartone raccattati là vicino. è stato incredibile, parlare con lui scrivendoci in spagnolo.
davvero le lingue sono una invenzione della società civile, ci si può capire ovunque e dovunque, hombres, questo mi ha insegnato Ruben, a cui va il mio saluto e il ringraziamento per aver fatto la sua comparasa nella mia vita.
non parlerò di quello che è seguito, del locale rock dove siamo stati tutta la notte a bere cuba a 2 euro e 50 l'uno, della sorella di Romàn che ho fatto ubriacare maldestramente, di Frances e dei suoi 16 cuba che oggi fanno sì che non si esca...ed è sabato.
que lastimaaaaa!!!

mercoledì 27 settembre 2006

Dalla nostra inviata..

rieccomi. il tempo on basta mai in questa citta' e a dispetto delle giornate che sembrano lunghissime e' sempre troppo poco, mentre quello ke dovresti dire non entrerebbe nemmeno in una enciclopedia..
cerchero' di condensare,, ma mi sembra difficile...!
sono in universita' , di cui non ho mai parlato ma devo dire che e' fantastica..
niente a che vedere con l'italia, e ogni volta che ci penso mi vu¡iene da paingere dalla gioia.
innanzitutto i docenti (oggi ho fatto la mia prima lezione di semiotica).
bene, come rendere una lezione di semiotica unica e irripetibile, quandop il tuo prof non solo e' piu' giovane di te di una manciata di anni, ma e' davvero davvero FUORI DI TESTA.
in tutti i sensi. preparatissimo, non credo che nessuno fino ad ora mi abbia fatto venire in una sola ora di lezione tanta voglia di studiare come lui. interessatissimo, preparatissimo, parla in maniera molto rapida ma capisco tutto perfettamente..e in una lezione di semiotica, ecco che ti arriva a parlare di flaubert, e di voyeurismo del consumatore, e di zola "al paradiso delle signore", il tutto alternato a "coño!"(ke vuol dire figa, ma come intercalare è' l'equivalente del nostro "kazzo") , un continuo darsi del tu, un continuo stimolare, girare per l'aula, dire: "por favor, contestadme pronto, que sino tengo gana de fumar!" , manko e' finita la lezione sigaretta in bocca e se ne va, io e Paola a girare per l'uni, ragazzi punk appendono volantini di annunci, la paella in mensa sempre troppo buona e sempre troppo poco cara (solo 1 euro e 30), l'universita' e i laghi, le fontane, le statue, il campo sportivo, il bar che ti sembra di stare in happy days, musica rock di sottofondo e carambole e gente che fuma perche' si', claro, qua si puo' fumare in ogni luogo e momento, e nel distributore insieme alle merendine ci sono accendini e rizla, e in ogni angolo distributori di sigarette...
esci dalla mensa e ci sono 40 gradi fuori, tanto ke lo zaino ti brucia gli omeri, non puoi non emettere gridolini di piacere mentre fumandoti una sigaretta ti lasci cadere sull'erba all'ombra di un albero a farti baciare dai raggi, e nel cielo non c'e' una nuvola nonostante sia gia' il 27 settembre, col sole che tramonta alle 8 e ti sembra ke siano le 6, e l'ultima lezione termina alle 10 di sera.
credo di aver vomitato tutto per ora, le parole mi sono uscite tutte d'un fiato...
e ci sarebbe ankora tanto da dire: l'appartamento di Frances, per esempio, una mia amica inglese che suona la batteria, e vive con Miguel -uno spagnolo che suona il basso- e
Sean, americano fumarolo( che tanto mi ricorda quel dotto' che un po' mi manca!! ) e Mariko, giapponese pazza che ha la pretesa di farmi mangiare il sushi..(non sono per i manga, lo siento).

Lo STEREO, una diskoteca rock che apre alle 4 di mattina e fa after fino alle 10 con musica rock internazionale (mi sentivo un po' all'alcatraz, ma l'orario non è quello!!!)
e poi il mare. la playa. il mate. e nelle orecchie, e nel cuore, la voce cara del mio babbo.
il cielo si tinge di nero per un attimo, mi rabbuio pensando alla sua malattia di merda.
poi mi scuoto.
-Tana, TANITA!
E' Luciano, uno degli argentini. mi ha visto in spiaggia. sola. fumavo senza parlare. si avvicina, e senza parlare mi porge un mate bollente. afferro il bicchiere con due mani, lo guardo mentre si allontana verso l'acqua, e non e' che una virgola tra le onde.
TANA. Italiana. Italiana piccola. Tanita.
e bevo mate, e buenos aires e' tutt'uno con la mia mente e col mio bizzatrro e dolcissimo soprannome, che mi riporta a casa, dove spero lui mi aspetti ancora.

domenica 10 settembre 2006

Summer's gone

COME HOOOME!!
solo Brian può risollevare le sorti di questa navicella impazziata che vaga in uno spazio indefinito persa tra i mulini a vento degli dei.
lo so.
qua in camera, aiutata da molteplici fumi la mente ristà, e i pensieri hanno lo stesso rumore della risacca del mar mediterraneo, che nel suo mugghiare mi parla.
sono piena di sentimenti contrastanti. sto bene (o forse lo credo, o lo spero)
però c'è qualcosa che manca, qualcosa qua in fondo allo stomaco tace, come il battito di un piccolo cuore che ora non ha voglia di funzionare.
essì ke c'è il mare, e il mate ormai una routine in spiaggia, mi piace quel sapore amaro dentro il palato, il retrogusto dell'erbamate, e parlare con "sh" al posto di "ll"..
Credo che un giorno andrò a Buenos Aires (e tu, che ci sei già stato, se passi a leggermi puoi capire).
un giorno. adesso sembra tutto uguale, e non sei mai te stessa. non sei mai sola. e nel frattempo sei distante anni luce da tutto, e accovacciata rimani a guardare il mare. Monic arriva col suo costumino azzurro, e a soli sei anni ti sa già parlare in Spagnolo Valenciano Inglese e Italiano.
Ti tira i capelli dicendoti "hola" e rimani incantata a guardarla, mentre sua mamma piercing facciale e pantera sul braccio con spiccato accento fiorentino ti chiede una sigaretta e ti dice "italiana?" raccontandoti che vive qui da 4 anni e scusami se mia figlia ti dà fastidio -Monic cuidada el agua està frìa!!- e il papà è in Italia io vivo qua se ti va ci prendiamo un caffè ok Hasta lluego CIao.
parli un pò con Sophie e ridi del cosmopolitan spagnolo mentre vi lanciate la sabbia come due coglione perchè vi correggete a vicenda e Tato bevendo mate pensa: que tontas estas !!..
DOmani l'ennesima lezione, la settimana riprende. arriva Agnes, una francese, speriamo bene.
Devo stuidare, il 29 ho il primo esame, un popò di esame di SPagnolo da 8 crediti.
il mio wireless inizia a cedere e Lui ancora non è tornato a casa, non so se riusciremo a parlarci.
Non so se qui sarò mai me stessa, o forse lo sono ma è un'altra me stessa, non quella che conoscevo io. faremo conoscenza in spiaggia, bevendo mate col vento che sempre soffia da Sud, il venot caldo del Marocco.
O all'università, tra il vociare confuso di parole che adesso per te sono solo rumore.
Ma dentro il letto, là siamo la stessa persona, e complici riusciamo persino ad augurarci buonanotte e a sognare in due lingue, tanto per essere politically correct come i media durante le elezioni.

hasta luego.

giovedì 7 settembre 2006

ALICANTe parte 2

ho cambiato casa...ma questa è un'altra storia.
ora non sono più sola ma forse lo sono, ho perso un pò sophie e non so perchè mi manca, avremmo dovuto essere in casa insieme ma ormai..
ora aspetto una francese e una inglese che arrivino a completare l'appartamento, e poi chi vivrà vedrà..
oggi c'era però il mare. un mediterrnaeo pieno di onde alte e cavalloni, in cui mi sono tuffata per dimenticare, o forse per fare tutto il contrario.
questo deve essere l'anno del riscatto e ho promesso a me stessa e a qualcun altro che lo sarà, anche se devi stare qua e parlare tre lingue contemporaneamente perchè Helena è della slovenia e non ti capisce tranne che in inglese, mentre nel frattempo ti chiama il padrone di casa per parlare dell'affitto e devi spiegarglielo in spagnolo (ma ora mi riesce abbastanza bene, de verdad)
e nel frattempo cerchi di annullare la distanza di una lingua infinita di mare e terra e cielo parlando in italiano. il risultato è un ciarpame in cui nemmeno io riesco a districarmi, un italiano infarcito di costrutti pessimi e un inglese che sembra quello di un americano del sud.
in tutto questo però oggi in Spagna ho preso finalmente il mate, alla maniera tradizionale argentina, e mentre assaporavo la bevanda per tutte le volte che l'ho incontrata nelle pagine del mio amato George Luis Borges mi si è annebbiata la vista e
- No llores, por favor, no llores
mi ha detto Gervasio, il ragazzo argentino di cui avrei dovuto prendere il posto.
E' stato là che mi sono accorta che stavo piangendo.

domenica 3 settembre 2006

ALICANTE parte 1

bueno....
eccomi qui a scrivere in un internet point , perdonate la maniera pedestre in cui lo faccio ma la tastiera e' quasi tutta consumata e il contatore di internet cammina anche troppo veloce
il punto esclamativo di questa tastiera mi da' come risultato ª questa lettera e non sono pratica del posto....
Giorni paradossali nel bene e nel male..
ho visioni confuse davanti agli occhi che si intrecciano e si mescolano in un frullato di adrenalina, malinconia, serenita' e tristezza insieme che mi sconvolge.
i baci davanti all'aereoporto i Orio al SErio, io che piango, tu hai gli occhi lucidi e non posso fare altro che piangere´, lo sai del resto che io piango per due ogni volta...le mie donne , le mie zero sei, la casa che non sara' piu' mia o forse si, nella memoria...
L' arrivo ad Alicante, bella e piccola che gia' dopo due giorni la conosci tutta a menadito, la casa, fantastica e il rendermi conto quasi subito che ero al momento l'unica inquilina...
angoscia angoscia angoscia a livelli estremi , io che continuo a domandare -qualcuno arriva piu' tardi vero?e la risposta che mi gela: no, fino al 20´sei sola qua´.
SOLA. ALICANTE.
lontana da casa, una lingua che non e' la mia e nessuno con cui parlare....
alla fine devono aver letto la disperazione nei miei occhi perche' mi hanno portato in un altro appartamento, che poi sara' il mio a partire dal 20, e la' onosco Sophie, Paris, 21 anni, di una bellezza disarmante e una simpatia che no ve lo sto a dire..
e' subito amore, e un'ora dopo siamo gia' la' che usciamo a bevazzare, facendoci offire l'impossibile da tutti i baristi e le cameriere che incontriamo con la solita scusa: "somos extranjeras, hemos llegado hoy y no tenemos mucho dinero...."
ho gia' tutto quello che miserv in camera (chi vuol capire capisca) e non mi sembra vero...
ho dormito due notti da Sophie, non andava nemmeno a lei che rimanessi sola in un appartamento di otto stanze...
Domani inizia l'universita' ..devo litigare con l'ufficio affari intenrazionali....e fare un mucchio di altre cose...
Per ora ho solo una grande malinconia, sara' la solitudine, il voler vedere delle persone solo per sfiorarle e il sapere che non puoi..
e mi addormento e sogno due occhi e una bocca che al solo pensiero di non averle qui davanti mi si stringe il cuore...e sogno le mie donnine che si preoccupano per me e che ogni giorno mi mandano un messaggio dicendo: coraggio! e sogno mamma e la sua mano sulla testa, e il mio babbo febbricitante a dirmi : pensa a studiare! e sogno il mio guru che mi ha da sempre trasmesso il coraggio e l' entusiasmo per iniziare questa avventura...
Persone che nn si possono toccare ora, che non si possono incontrare, e che anche se si incontrano e si toccano non sono mai le stesse di quando le hai incontrate tu; e , nonstante vive e vegete, abitano con te in quel recinto della mente insieme a morti e fantasmi..e di questo hanno preso anke il passo, quel passo irresistibile e leggero.

ALLA PROSSIMA.
hasta lluego

lunedì 21 agosto 2006

Trikke e balakke....

brevissimo post perkè matera non perdona con la sua bella conessione a 56 kb....
vacanze meravigliose, anche se non isamo andati da nessuna parte, perchè trascorse tra piacevoli falò e ancor più piacevoli cubalibre a 2 euro e 5o (quando non gratis....) e carne alla griglia e sole e mare e SHAKIRA SHAKIIIIIIIIIIIIIIIIIRa urlata dA Mary nelle serate spakko...
Lui oggi torna nel grigio e io sono triste e poko poetika dal momento ke ho una fascia giallognola sotto gli occhi per il troppo bere....
Non mi hanno ancora trovato casa in Spagna, non capisco perchè debba essere tutto così complicato...non appena le cose mi ci metto a farle IO....
torno ai miei FioriBlu di Quenau...(ve lo consiglio, è davvero assurdo...)
e quanto a te, che mi hai detto saresti passata...
anche tu mi manchi bambolina...più di quanto possa immaginare....

a presto, per scirvere due righe ci hi messo venit minuti, puff, pant....

venerdì 28 luglio 2006

every me and every you

solo parole. parole come pugnali
parole come segnali.
parole.
pugnali
segnali.
(traduzione e significato).(da PLACEBONLINE)
Every you and Every Me (Ogni me ed ogni Altro da me in me)


L' amore facile cade dal cielo
Dammi la bocca, la nostra passione è spenta
Il mio cuore è una puttana, il tuo corpo è in affitto
Il mio corpo è a pezzi, il tuo è piegato.
Incidi il tuo nome nel mio braccio.
mentre io stressato me ne sto incantato.
Perché non c'è niente altro da fare
Ogni me ed ogni Altro da me in me.
Scelgo sempre l'amore facile

Non scelgo nessun'altra possibilità di amare
Nessun altro tipo di amore da sfruttare
E nessuna circostanza può scusare questa scelta.
Le cose che vengono hanno sempe la stessa forma
Troppo veleno, un'altro amore facile ne morirà
Perché non c'è niente altro da fare
Ogni me ed ogni Altro da me in me
L'amore facile non è stabile

Pronto ad attaccarsi per consumarsi in fretta
Dammi la bocca, per amor del cielo
La posta in gioco non è mai stata così alta come ora
Servo la mia testa su un piatto
È l'unica consolazione, ma arriva tardi
Perché non c'è niente altro da fare
Ogni me ed ogni Altro da me in me.
Siamo due disperati

So di essere egoista e crudele
Trovo sempre un amore facile
Qualcuno da ferire e lasciarsi alle spalle
Non c'è niente qui ma quello che c'è è mio
Qualcosa di imprestato qualcosa di triste
Ogni me ed ogni Altro da me in me.

Spiegazioni:
Every me and every you: la personalità multipla in ogni essere umano (io e l'Altro da me)
Sucker "a fool for love": colui che si innamora e disinnamora facilmente, velocemente
Like the naked leads the blind: un antico proverbio gallese della disperazione umana di chi è disperato di se stesso per come vive
L'intero senso della canzone:
Lui si rende conto di essere egoista e cinico ma in questa storia lui finalmente trova ciò che vuole e lo dice con il verso: "...There's never been so much at stake, I serve my head up on a plate, It's only comfort, calling late..." che vuol dire per un ragazzo inglese che capisce la sua lingua madre: "La posta in gioco non è mai stata così alta come adesso, ora servo veramente la mia testa su un piatto, e' l'unica consolazione ma arriva tardi..." (nel senso: ora voglio essere fermato! non voglio più correre come un "sucker", ora mi sto veramente dando a te, ma è tardi perché tu sai come ero prima e non mi vuoi così... ma per me è una consolazione comunque perché ora finalmente capisco di essere in grado di fermarmi anch'io...)


del concerto ci saranno ulteriori aggiornamenti.
la citta dei fumettisti si riconferma stupenda, invasa dal fenomeno Placebo, e Placebo sentivi risuonare nei vicoli, dentro e furoi le mura, Placebo dalla finestra di CasaFrancesca, Placebo in ogni cuore e mente, nella disperazione, nella città in festa, negli occhi di chi porta in faccia dipinta la tua stessa angoscia.
del resto, come canta Brian :"non rinunciare a un sogno, è proprio te che voglio".

sabato 22 luglio 2006

Plasson

Io non ho mai provato , ma anche a me piacerebbe dipingere il mare con il mare.
Forse mi aiuterebbe ad avere le idee più chiare.

E' proprio così, quel personaggio mi affascina. Primo: perchè ha capito tutto (e la gente non lo sa) ; secondo: perchè ha un mondo in testa, ce l'ha tutto intero dall'inizio alla fine, l'ha concepito dal brodo universale fino all'ultimo respiro, è suo, e c'è di più: non si vede(il bianco dei suoi quadri è solo un modo di decodificare la realtà, spicciolo e risolvibile da chi non ha coraggio o voglia di vedere); terzo: è mancino (sì, sono di parte ma non ci posso fare niente).
Quarto: il suo modo di parlare. ECCEZIONALE. non riuscire a terminare una frase. un pensiero che nasce e scoppia a mezz'aria come una bolla di sapone, e tu là a trovare il modo di interpretarlo e carpirne il significato, non c'è, e non puoi nemmeno protestare.
Sicchè la mia sindrome da Plasson sta prendendo luogo, ma non nei rapporti con gli altri, piuttosto nel mio cervello, dove spesso mi capita di intrattenermi con Me in piacevoli diatribe senza fine.
- Sì, lo so, capisco. quello che proprio non mi è chiaro è il perchè continui a stare in questa situazione. Che senso ha l'andare a ritroso a destra e manca per poi(stop).
-senza dubbio hai RAGIONE. ma allora come lo spieghi questo palpitare dentro le ossa, nella carne, il veleno che di notte ti mangia i pensieri, e quell'insopportabile voglia di silenzio fino a che non arriva quella(stop).
-non che sia la voce in sè il problema. il problema è il rimando. Il SIMBOLO. è il simbolo che(stop).
-.. orrendo, quel corpo giallo e la sua pancia si gonfiava e uno due e tre , ogni volta tornavo a vomitare, in mezzo a quell'odore di sterco e urina, anche il cane aveva preso a vomitare, gli avranno dato da mangiare del(stop).
-Lo capisci adesso perchè voglio andre via? Partire non basta a cancellare, io non voglio vedere quel lenzuolo, stretto stretto attorno alle(stop).
- quel grido. non lo sentirò. O mio DIO, se solo qualcuno capisse , se qualcuno cercasse di comprendere che non sono (stop).

Pazza, no. Sono solo un pò stressata. Ma poichè per vivere nel sogno bisogna sognare, vi regalo lo scorcio dei miei. Incubi.

lunedì 17 luglio 2006

TU chiamale se vuoi...eMoZioNi....

un titolo lungo un mese e mezzo.
non parlerò dei mondiali, del delirio sulla statua di Vittorio Emanuele, degli esami che ancora incombono (altri tre e poi stop), del cercare casa in un altro posto, della data semiufficiale del primo settembre( festeggia pure brutta troia, festeggia);
non aggiungerò le lacrime e lo stare male, ma male davvero, le delusioni della gente (anche gli insospettabili); non parlerò di un bicchiere di vetro rotto in piena Porta Genova davanti agli occhi di un tassista pronto a chiamare la polizia...e non racconterò i giorni Romani con il concerto di Brian annullato e un sogno che sfuma..(anche perchè il 25 luglio a Lucca noi saremo là, là sotto, noi e la nostra disperazione che ahimè è vera, senti il suo odore che si attacca alla pelle con tutto il suo sudiciume, lo avverti e non lo puoi fermare, ti scivola addosso, ti cola dagli occhi, dalle mani,
e tu là a cercare di staccarlo via , dagli occhi, dalle mani).

Lascerò parlare le canzoni, i testi cantati da due gruppi meravigliosi che ho avuto la fortuna di guardare in due giorni di seguito..
aspettando ovviamente la meta finale, di cui ho già parlato sopra.
eccovi i testi degli Strokes e dei Verdena., quelli che meglio esprimono lo stallo in cui mi trovo adesso, la voglia di rimettere la delusione sulla gente senza più nome, senza volto, senza occhi per vedere, non per guardare.

THe strokes
You Only Live Once
Oooooh Some people think they're always right
Others are quiet and uptight
Others they seem so very nice
nice nice nice nice oh oh
Inside they might feel sad and wrong
Oh no 29 different attributes
And only 7 that you like, uh oh
20 ways to see the world, oh oh
Or 20 ways to start a fight
Oh don't dont don't Get up
I can't see the sunshine
I'll be waiting for you baby
'Cause I'm through
Sit me down
Shut me up
I'll calm down
And I'll get along with you
Ooooooo-ooooo-ooooooh
A man don't notice what they got
Women think of that a lot
1000 ways to please your man oh oh
Not even one requires a plan
Countless odd religions too
It doesn't matter which you choose
One stubborn way to turn your back
This I've tried, and now refuse
Oh don't don't don't Get up
I can't see the sunshine
I'll be waiting for you, baby
'Cause I'm through
Sit me down
Shut me up
I'll calm down
And I'll get along with you
Alright.. Shut me up
Shut me up up up up up
And I'll get along with you...


On the other side
I'm tired of everyone I know
Of everyone I see
On the street And on TV, yeah
On the other side
On the other side
Nobody's waiting for me
On the other side
I hate them all,
I hate them all
I hate myself
For hating them
So drink some more
I'll love them all
I'll drink even more
I'll hate them even more than I did before
On the other side
On the other side
Nobody's waiting for me
On the other side
Here we go
I remember when you came
You taught me how to sing
Now, it seems so far away
You taught me how to sing
I'm tired of being so judgemental
Of everyone
I will not go to sleep
I will train my eyes to see
That my mind is this blood
as a birch on a tree
On the other side
On the other side
I know what's waiting for me
On the other side
On the other side
On the other side
I know you're waiting for me
On the other side


VeRdenA L'infinita Gioia Di Henry Bahus
Io non ti avrò mai
ma sento che c'è
mi sfiori
mi sento lontano
come non mai
nei miei neri e blu
non mi sembra di trovarti mai
ora sento che
io dovrei lei vomitare
Qualcosa non va
qualcosa in me
e sudi
mi vedo all'inverso
come non mai
nei miei neri e blu
non mi sembra di trovarti mai
ora bevo in lei e mi sento più speciale
E dentro me e dentro me aahh io come lei
E dentro me e dentro me aahh io come lei
Qualcosa non va
qualcosa in me
e sudi
Io non ti avrò mai
ma sento che c'è
mi sfiori
mi sento lontano come non mai
nei miei neri e blu non mi sembra di trovarti mai
ora sento che io dovrei lei vomitare
E dentro me e dentro me aaahhh io come lei
E dentro me e dentro me aaahhh io come lei

Phantastica (prestate particolare attenzione a questo testo...)
Racconto favole su di te
che ascolti così preziosamente
Sei un fiore insano tu che si guarda con occhi porpora
Correggimi se tutto questo è debole
Quello che fai non crea più attenzione
Non coinvolge
Questo non è reale
Confronto le idee ed accendo le stelle
C’è un cristo che sanguina
e ci guarda con rabbia
È come sai tu sei per me colpevole
Quello che fai non crea più attenzione
Non coinvolge
L’aggressività non mi avrà
Confonde le idee ed affetta la gente
C’è un dio che sanguina, che sanguina
E credo di essere anormale, ebbene non lo so
Mi vedi? Temi? Credi io ti userò? uuuuuuuuuuh

aspettando brian e kalao mon amour...
P.S.
LINDA e LISI...un ringraziamento speciale per le vostre preghiere..vado a fare l'ennesimo esame!
VI VOGLIO BENEE!!

stop.
on air : Eyeliner (cantata da moltheni)

domenica 11 giugno 2006

fra meno di 24 ore...

angoscia....e pensieri più o meno candidi.
scrivo senza filtro...
ormai la mente è obnubilata, sono sparite le bianche colombe, uno stormo di corvacci neri intorno, sento il loro isterico sbatter d'ali a pochi centimetri dalla faccia..soccombo, e qui a casa del mio vicino..ho un fuoco dentro, in senso fisico e mentale, e il quesito è sempre lo stesso, per ingannare i tempi morti, quale sarà tra la fiamma biforcuta a spegnersi per prima.
mi sento semplicemente incolore. una massa grigia, la nebbia, che ritorna spesso e ogni volta non è mai la stessa di prima.
io, quella che ero allora, non sono la stessa. non lo sarò domani, nel girono ennsimo di prova.
reinvento maschere continuamente, e questa tendenza demiurgica mi assicura la sopravvivenza, ma mi sfianca.
vorrei partire domani o mai.
vorrei una porta tutta aperta o tutta chiusa.
vorrei un bianco e un nero.
annaffio l'ansia con bicchieri di vino, anche quello troppo annacquato, o troppo poco.

venerdì 2 giugno 2006

Sangue e sospiri

pausa studio in radio...
jocca e insalata con la mia fonika mentre lei manovra cursori e modula suoni e frequenze...
io in un ufficio a studiare, con tanto di telefono a portata di mano che fa tanto impiegata con lo zero da digitare prima di comporre il numero...qua mi sento " a casa" , ed è buffo perchè riesco a sentirmi più a casa in un posto di estranei che a casa mia..le facce così famigliari che mi hanno circondato fino ad ora improvvisamente mi appaiono dei perfetti sconosciuti, lo sto testando ad ogni incontro, ad ogni telefonata, a ogni conversazione reale o virtuale.
non riesco a essere più me stessa, mi sento schifata, mi sento terribilmente presa in giro, e tutte le promesse inutili di amicizia e mutuo soccorso nessuno le ricorda più, ormai; perchè abbiamo fatto il primo passo in società, perchè la vita ci sorride ed è inutile pensare a quella sfigata che oltretutto si lamenta dalla mattina alla sera , perchè ci sentiamo qualcuno, o forse perchè "non abbiamo tempo"...ma non importa.
io non dico.
io osservo in silenzio. (perchè anche queste pagine, in realtà, sono mute).
osservo, e valuto. ho pesato e misurato tutti, per prima me stessa, trovando tutti mancanti.
e poi sbaglio, e poi piango, e poi è sangue dal naso a fiumi, come ieri, e poi tu mi chiami da un letto in terapia intensiva e sputi l'anima, e hai una ferita nei polmoni e tutto quello che posso dire è "mi dispiace" o "gli esami andranno bene, non ti preoccupare".
intanto voglio un medico, lo voglio perchè ora la pelle si strappa da sola, affondo le unghie nella carne e sono piaghe ovunque, rotonde e rosse come i pois della pimpa..e mal di testa e di denti ma qualcuno ieri mi ha abbracciato, e mi ha detto " piccolina, sei de' feeeerro..". qualcuno è vero, per fortuna. qualcuno che non riesco a essere neppure io. qualcuno che forse non sarò mai, troppo occupata a reinventarmi ogni nuovo giorno per arrivare alla fine e guardare la vita come la guarderebbe un'altra fortunata.

giovedì 25 maggio 2006

DeLiRi DiVersi

Mosca
Non esisteva luogo

in cui non fossi
aria. Perdendomi
in anonime ali
da sterco sollevata
volare
avrei voluto
ma pesi specifici
di tarli nel cuore
mi bucavano l'anima
sì che ad ogni luna
precipito.


nessuna citazione, per i miei amati commentatori isterici...piuttosto, "autocitazione".
non riesco a esprimere i pensieri in prosa oggi, ed è una cantilena stanca quella dei giorni spenti nel mese delle rose, dove il sole si attarda sui tetti delle case, e la voglia di fare piano sbiadisce, mentre il cielo ingoia il sole, nell'ultimo sbadiglio.
Delusioni parallele o perpendicolari, non c'è ipotenusa o teorema che misuri lo sconforto, quando le persone d'improvviso vetro ti appaiono nella loro fragile, precaria natura, tu che ti credi -sciagurata- immortale e per la prima volta sollevi il dito quasi a dire "verrà un giorno...!". non è la vita sogno, nè sandali ai tuoi piedi, nessun cilicio con cui autopunire la tua seppur giusta presunzione...cedi, e cadi, tu e le tue ali di cera sciolta, Icaro fasullo, maledetta regina senza più trono nè voce.
Senza più pace.
adieaux.

p.s. domani mantova, (non servirà ricordare la tua ombra, siamo nel 2006...ma chissà che non sia un segno, fiera permettendo, di qualcosa di buono).

lunedì 22 maggio 2006

MeNo CinQue...

un esame è andato.
una sofferenza sciolta in un meraviglioso colloquio, sofferto e avvincente.
per un attimo ho perduto la voglia di combattere.poi la telefonata improvvisa, il problema al pericardio, le complicazioni. la sua paura, che non è la mia, prende il sopravvento.
Non posso fare nulla. Non posso bestemmiare o pregare. Non ho tempo.
Poi l'illuminazione, il moment-of-trouth giunge quasi automatico: l'unica cosa che posso fare, è dimostrarti quanto ti amo; come? è buffo, ma davvero l'unico modo è quello di accumulare numeri (possibilmente accompagnati da lettere) su un foglio di carta. Sicchè il voto, dialetticamente diviene voto in sè e per sè, misura del mio amore sotto forma di pagine lette e studiate, trasformato in un mirabile artificio matematico.
Eccolo, è qui sul libretto. ti dedico il mio trenta e lode in lettrature comparate.
ho firmato, piangendo quasi, perchè era troppo bello tutto, anche le domande bastarde e intricate (mi parli di Joyce in una ricerca intertestuale e paratestuale secondo Genette in relazione al suo romanzo e a Omero)...tu eri con me , su quel banco. solo io e te sappiamo. lasciamo che gli altri parlino. a noi il silenzio.


ora vado a cimentarmi con altri cinque esami. ma lo faccio per me e per lui, e mi pesa di meno.

p.s. c'è stata una domanda su Dubliners. a un certo punto mi sono accorta di dire: "i morti E' Dubliners." qualcuno me lo aveva detto nel telefono, in un quando e come sbiaditi...se passi di qua, capirai.

giovedì 18 maggio 2006

Ma andatevene affanculo......

spesso mi chiedo, mentre le pagine si assottigliano e nella prima metà del libro si accumula tutto ciò che dovrei sapere, dove inizia la vera vita delle persone, e dove quella fantastica.
dov'è questa presunta angoscia e preoccupazione, se poi l'immagine che ci preoccupiamo di fornire agli altri è quella di essere fuori da ogni tempo e spazio, al di là del bene e del male, in un limbo di gomma e zucchero?
Dov'è l'ansia che cercate di farvi venire fuori, dove l'atteggiamento isterico di uomini e donne d'affari stressati da mille impegni, dov'è il tempo che non riuscite a trovare- e soprattutto per fare cosa?????
intorno a me, solo fuochi fatui...
swarovski, dalle mille facce e dai riflessi meravigliosi (voi siete, al di fuori di ogni dubbio e obiezione, l'arcobaleno..) ma cosa vedo, dentro la vostra presunta pienezza, dietro l'ingannevole e multiforme involucro, se non un irrimediabile vuoto?
io mi accontento di avere una sola faccia, vi cedo volentieri la mia terza dimensione, se la vostra profondità è il metro di quanto riuscite a essere falsi e ignobili, del vostro presunto riscatto col mondo.
forse sono semplicemente invidiosa. o meglio. piena di rabbia (non posso invidiare un mondo che non mi apparterrebbe affatto).
piena di rabbia perchè sono parassiti quelli che mi circondano. gente che ti succhia il sangue finchè va bene. gente che ti chiama per ascoltare i tuoi problemi perchè solo così riesce a sentire che, in fondo , non ne ha. che in fondo la vita è bella perchè nella vita c'è il gusto di un cibo, c'è il sapore di un bacio, c'è un risveglio da favola e un andare a letto dolcissimo. ci sono sogni. e progetti.
la mia giornata attuale invece inizia con il dolore che si sveglia sottile come un pungere d'aghi dentro le unghie. inizia con un caffè troppo amaro, e alla prima sigaretta , che è quella delle otto meno un quarto, ti accorgi che stai già bestemmiando.
con un ghigno pettini i tuoi capelli scomposti, e il resto è angoscia, libri, caffè, telefonate insulse, e poi ancora angoscia, libri, caffè, sigarette fino a che la gola ti si intasa e decidi che forse è ora di andare a dormire, o continueresti a fumare.
fumo la solitudine e la delusione. sono patetica, lo so, ma non meno di quell'altro patetismo che mi dà così tanta noia in confronto. preferisco stare con gente incazzata adesso, con gente che la guardi negli occhi, e capisci che questa puttana di vita la conosce, perchè se è vero che c'è il gusto di un bacio e di giocare a fare gli innamorati per riempire le giornate, facendosi scivolare il tempo addosso aspettando Godot, c'è anche il sapore del riscatto, della vendetta, dell'alzare il dito medio contro il mondo dandogli le spalle e dicendo: adesso la storia la faccio io, c'è anche il gusto delle lacrime e di leccarsi le ferite, (quelle vere). in fin dei conti, solo chi ha pianto tanto può ridere, e ridere bene.
ma tanto la storia è sempre uguale, ed è inutile anche questo mio continuare a scrivere...mi cercherò un analista, chissà che l'agorafobia del momento non passi.
intanto piango, guardando il mio cognome sul libretto universitario, ed è un pianto che non ha soluzione.

domenica 14 maggio 2006

iL tEmPo PaSsA...

Tra una settimana il primo esame del semestre. Due giorni dopo il secondo.E via discorrendo, fino al 21 giugno.
Assenza di tempo, angoscia e voglia di dormire. Come si conciliano male questi tre modi di sentire nel corpo di una persona.
i miei rimedi omeopatici sono 5 tazzè di caffè al giorno e una compressa di guranà immancabile dopo i pasti(non me ne vorrai, vero?)
se dovessi quantificare la tensione, conterei i mozziconi di sigarette che tacciono dentro il portacenere.
non sono a casa mia, (ho più una casa?) e dal terrazzo di casa sua guardo le case. Le nove di sera. ancora 6 ore di lavoro, quattro se sono fortunata (perchè è dalla foprtuna ormai che dipende il mio livello di concentrazione). a volte le righe scompaiono sotto gli occhi, e come su uno schermo montato dentro la retina osservo le figure dei miei incubi che prendono forma.
Buffa la forma degli incubi di chi sta preparando un esame(parlo per chi, come me, è abituato a questa preversione dell'inconscio).
C'è chi sogna di non svegliarsi in tempo e saltare l'appello; chi immagina di nuotare per ore e tuttavia non vedere alcuna riva all'orizzonte; chi ancora sogna di aver già sopstenuto la prova, e si gode tranquillo il sogno che però con una sorta di sadico clima lo porta a svegliarsi nella più totale disperazione, svanita l'illusione di poter dormire tranquillo fino a mezzogiorno; chi apre gli occhi prima della sveglia perchè il suo orologio biologico anticipa l'angoscia del tempo, e conta mentalmente i secondi che lo separano dall'odioso trillo che preannuncia un'altra fastidiosa lotta contro le ore.
Io sogno bare. Di ogni tipo e dimensione, vuote. Mi sveglio madida a intervalli regolari di tre , quattro ore, sicchè il sonno non è meno grave della veglia. L'unico rimedio è studiare, finchè gli occhi reggono, forzandoli ancora un pò per piombare nel letto e pregare di dormire.
Se solo riuscissi a chiuderli e dormire e dimenticare.
Mi manca la mia famiglia. E quest'esilio volontario eppur coatto, che a volte diviene una prigione, mi fa avvertire ancora di più il bisogno che le voci siano bocche da guardare, e occhi che parlano, e mani che enfatizzano, e non un sibilo metallico dentro un filo.
Tutto questo finirà, mi dico.
Spengo la sigaretta con forza, muovendo l'ennesimo filtro spento su e giù nella cenre con gesti concentrici, come per cancellare qualcosa.
"ce la devo fare, ce la devo fare".
la sigaretta ormai spenta giace insieme alle mille compagne, e io continuo a ripetere queste quattro parole a mezza voce, sussurrandole a nessuno in particolare.

venerdì 12 maggio 2006

Dell' odio congenito, e di altre patologie

E' primavera(Forse) e mi sento semplicemente circondata da una serie di persone che rilasciano le stesse sostanze allergico-urticanti che si ritrovano in natura.
Quanto prurito, mentre ascolto i discorsi vani perdendo abbondanti quarti d'ora al telefono a sentirmi sparare una lunga trafila di minchiate, una volta superati i convenevoli...
"sai, sto facendo una dieta" "sai, sono piena di problemi" "sai, non ce la faccio più"
"sai, io ho in mente di fare questo, poi quello, poi quello e poi quell'altro ancora, però non riesco a fare tutto perchè voglio anche andare al parco, dormire otto ore al giorno, andare in giro per i negozi , leggermi il giornale, scopare col mio ragazzo come una iena e guardarmi un film" "sai, sto cercando me stessa" "sai, sento la mia vita vuota.."
MA andatevene aFFANCULOOO!
e io là a grattarmi fino a che la pelle non diviene rosso sangue, là, a perdere tempo quando chi afferma di non averne continua a sciorinarmi la sua lunga vita fatta di impegni quali quello di andare al parco a leggere un libro, andarsi a fare la ceretta, mangiare al ristorante, aperitivare, fare pompe, comprare l'hashish, scrivere, fotografare e portare a spasso il cane.
Ma porca troia, perchè la gente non capisce, perchè manca di quel tatto (chiamiamola pure delicatezza ) di non venirmi a porre questioni inutili quando io ho già la testa che mi esplode e ho (davvero) tanto da fare, perchè non andare a rompere le palle con i loro problemi alla mamma, al fidanzato, a un palo della luce, all'autista dell'atm?
sono stanca di fare il telefono azzurro di gente che poi scappa, il cui unico sollievo è sentire la mia voce per farsi due risate, perchè la mia cadenza non lascia altro che le risate, te ne sbatti del contenuto, potrei recitarti a memoria il canto sesto dell'inferno ma tu rideresti uguale, a sentire le mie oooooo che si allunganno e le mie aaaa che diventano EEEE.
Odio tutta questa superficialità, che riesco a leggere benissimo anche nelle persone che un momento fa reputavo , a loro modo , "profonde", in qualche maniera capaci di vedere oltre.
Svegliatevi, non vedete a un palmo dal vostro naso, la vostra autocelebrazione, il compiacimento che avete al mattino quando vi alzate ( e che sapete ampiamente celare dietro quella patina oliosa che è il buonismo esasperato e rifritto, viscido come la pelle di un'anguilla) vi sta mangiando il cervello del tutto, non capite più nulla e appena il giocattolo accenna a rompersi, appena si discosta un attimo da quello che la vostra mente reputa come ESATTO (e la vostra esattezza equivale a dire che: "le cose devono andare in modo che io debba essere sempre in testa, immacolata, amata da tutti e stimata da ancora più gente") , appena questa stupenda macchina che è il mondo che vi gira intorno accenna a fermarsi perchè ha trovato un altro epicentro, ecco che non trovate più interessante nulla; ecco che con un aria snob che nasconde il vostro viso verde dite che infondo non era poi così importante; che avete altro a cui pensare; che vi siete stancati; sbuffate, sollevando i capelli col fiato, e siete ridicoli.
un mondo di Alici e Cenerentole che non ha capito che è il momento di svegliarsi, un mondo di Cesari e Augusti che rifiuta di prendere atto che sono re senza corona e senza impero, che sono persone senza biografia con l'illusione di fare la storia, almeno la loro; un mondo di persone fintamente felici, di quella felicità triste degna dei Morti di Dubliners (perdonami James..).
Continuo a starnutire, ma non c'è antistaminico contro le persone, e io "sono troppo stitica per fare la stronza".

On air: Caparezza. La mia parte InToLlErAnTe.

sabato 6 maggio 2006

Delirio da astinenza...

Giornata di merda oggi.
come al solito, dirà qualcuno.
no, di più.
studiare,( e le pillole?) studiare, studiare,(non ci sono) e più sbatti la testa su quei numeri più ti accorgi che stai diventando un numero pure tu (come se già non lo fossi).
Graffiare le pagine del libro, morderlo, sbatterlo per aria, questo vorresti fare mentre con altri illustri signori devi ricamarti degli appuntamenti al buio quando gli occhi sono troppo stanchi per leggerli, e allora " George Louis, lo so, mi rincresce, ma dovremo vederci la settimana prossima", poi ti ritagli il tempo di un caffè con Julio e gli axolotl non disdegnando magari di scambiarti piacevoli quanto proibite ed estreme fantasie erotiche con Sally Mara, sbirciando il suo diario intimo che ti ha consegnato Raymond..e nel frattempo le pagine, quelle che dovresti davvero leggere, si riempiono di polvere sulla scrivania e quei meravigliosi soprammobili di fitte righe e numeri pregano la tua coscienza di essere aperti...inutilmente.
sono stanca di prendermi in giro e di fare vani sforzi che hanno il solo risultato di fiaccarmi.
Flaccidi i muscoli, la gola non va, il cuore (ce l'ho? perchè non batte, gioca a farsi prendere o a volte impazzisce) , un seno (o chi per lui) continua a farmi male, fitte lancinanti anche adesso mentre scrivo ma fingo di non pensarci perchè in fondo va bene così e non ho tempo per curarmi ma nemmeno per stare male.
Non ho tempo,non ce l'ho.
Continuo a immaginare quadranti impazziti, e nei miei sogni, anche quelli più umidi ,c'è sempre un ticchettare fastidioso, come di una bomba o di un non so che, un allarme o un giocattolo a molla sul punto di saltare dalla scatola, o il cigolare sinistro di un cucù in una vecchia casa scura di nebbia.
Ecco sto delirando.
Come se ciò non accadesse almeno due volte al giorno nel corso della giornata. (Ecco le lancette..anche loro ritornano nella stessa posizione due volte al giorno).
Dio aiutami, voglio svuotarmi la testa.
Andrò a dormire, anche se stanotte un ronzio d'api o di non so cosa nel cervello continua a importunarmi simile a un frenetico sbatter d'ali contro la mia ipotetica finestra.

mercoledì 26 aprile 2006

NoStAlGiA....

io e l'altra metà di me.....

Per te:
ti regalo un sorriso, per quando finirai qua, perso in uno degli internet point di Napul'...

"You're always ahead of the rest
When I'm always on time
You got As on your algebra tests
I failed and they kept me behind
I just gotta get off my chest
That I think you're divine
You're always ahead of the rest
While I drag behind ...."

mi manchi Kalao.
on air: (ovviamente) Placebo: Drag.

domenica 23 aprile 2006

Appunti di viaggio

Sonno, tantissimo..
Stanchezza, a fiumi. 1200 kilometri in treno per quattro volte in una settimana.
Non esiste per noi un pantarei, o il nostro cervello non l'ha registrato.
Non c'è mordente, non c'è slancio, non ci sono gli amici - fisicamente..-
Ci sono solo pile di libri che per quanto interessanti mi tolgono il libero arbitrio di decidere cosa fare e quando e perchè..e merda intorno.
Sul treno conosco Terry, 8 anni e un gatto, viaggia col padre che non ha una lira in tasca e nemmeno il biglietto, la mamma la sente per telefono perchè 5 mesi fa ha deciso di fare le valigie e andare via, per sempre, tornare dai suoi genitori, i nonni che lei non ha mai visto.
La penna sul quaderno, mi meraviglio di quanto possa essere vera la vita, e quanto purtroppo amara, e c'è chi lo ignora, chi ha il coraggio viscido di scherzarci su, e magari ha il culo sul divano di pelle e il conto in banca e mammà che gli porta il caffè a letto ma qua non c'è nulla da scherzare perchè è solo bianco o nero quello che ci sta davanti, vivere l'arcobaleno della luce, o negarlo per sempre, è una scelta che non tutti possono permettersi di compiere da sè.
Terry scoppia il pallone rosa zuccheroso che ho appena gonfiato con un buffo gesto della mano, la guardo e ci facciamo una foto sul telefono, le lascio il mio numero e scendo finalmente dal treno, sono purtroppo o per fortuna a casa.

il viaggio di ritorno invece era più lento e sfiancante. !2 ore e mezzo, una buona metà giornata in cui la tua vita si divide con socnosciuti.
"Procediamo a balzi lenti.
Una gigantesca lumaca il cui viscido guscio sono le centianaia di valigie per terra, i corpi abbandonati e caldi, sudore e puzzo di orina da qualche parte in fondo al corridoio.
Qualcuno che lontano parla, l'eco stridulo della risata di un bambino, non riesco a capire se fanno parte di un vissuto reale o semplicemente sognato.
Nel treno, lungo il corridoio, appoggiato all'ultimo dei finestrini, qualcuno parla al telefono.
Qualcuno che ti assomiglia, e non sa di assomigliarti. Qualcuno che, come te, si può guardare e non toccare.
Qualcuno dal tratto gentile e stanco, lo sguardo lontano. Mi chiedo cosa stia pensando, quali forme gli piaccia guardare e conservare nella memoria del pezzo di mondo che finge di correrci di fianco, dall'altra parte.
Ho sonno, non riesco a chiudere gli occhi.
Qua al lato, invece, due innamorati dormono.
Le loro teste leggermente reclinate in avanti, le mani intrecciate, l'uno di fronte all'altro, mi ricordano una buffa e insolita U.
Ti sto pensando. Incredibilmente.
La paranoia mi assale, sarà il tedio dei chilometri guadagnati a fatica su questa bizzarra carrozza.
Vorrei partire, sto già partendo ma vorrei rifarlo. E' buffo il desiderio delle persone stanche.
Essere sempre in un dove e quando diversi, in ogni istante.
Essere il tempo. O forse, essere e basta.
Qui, ed ora, annullando la paura di domani, senza continuare a prenderci gli ieri a cucchiaiate di miele, ancora più dolce perchè già concluso."

Ora sono di nuovo a Mi. Più in fretta di quello che pensassi.
On air: MK "il Solitario"

mercoledì 5 aprile 2006

Una piccola nota

Chiunque capita nello spazio privato di altri non noti, conformemente alle buone regole dell'educazione, dovrebbe avere la dignità di non dire, o meglio, di fare le sue riflessioni a bocca chiusa e non sparare a zero offendendo senza conoscere la benchè minima motivazione che spinge una persona a scrivere , o ad essere, o a farsi vedere, in un modo piuttosto che in un altro.
Sarebbe come chi, entrando in casa d'altri e si permette di dire che la minestra fa schifo o che i mobili dell'anticamera sono pacchiani e di pessimo gusto- conosco gente che lo fa anche a voce alta, ma è questione di "costume" ed entrare nel merito della questione sarebbe per me contraddittorio per quanto sopra esposto-, dunque essendo questo spazio, benchè aperto, CASA MIA, prego, signori, toglietevi le scarpe e dite almeno buonasera la prossima volta che entrate!
le sentenziosità lasciamole ad altri, per favore, e sui loro proprio spazi, virtuali o non.

Chiunque poi, mosso da non si sa quale passione o moto dell'intelletto, si permetta di generalizzare parlando di stereotipi, è molto poco profondo egli stesso, dal momento che è proprio dell'uomo meno sensibile cercare di vedere la realtà in una sola direzione e in superficie, ricorrendo alle sue tanto amate categorie per definire la personalità di questo o quest'altro perchè altrimenti gli costerebbe tempo ed energia "vedere"; o semplicemente gli risulterebbe troppo difficoltoso .
Prima di obiettare si vada a consultare tutta l'ampia letteratura a riguardo, sugli stereotipi e pregiudizi in particolare, segnalerei- ma ce ne sono moltissimi- giusto Tajfel(1969), uno degli autori che più ha contribuito alla ricerca sugli stereotipi, indi Rosenthal e Jacobson ( 1968) -interessanti gli studi condotti a San Francisco proprio su ragazzi, così l'esempio è più pregnante- .

Aggiungo, caro il mio commentatore, o cara commentatrice, che non occorre andare lontano per avere già una vaga idea di chi sia e di come sia capitato/a sul mio blog, la ringrazio per esserci passata, e ribadisco che se cerca pensieri "miei" il blog -e non solo- ne è pieno, può sfogliarselo con calma come più gli/le piace, questo vale per tutti, ma la prossima volta per lo meno, abbia(te) la compiacenza di non intervenire se non, come si fa in tutte gli spazi altrui, per dire qualcosa di davvero giusto, che non sia dettata dall'ira del momento o da altre cause che ignoro e voglio continuare a ignorare.
E mi raccomando, in italiano ovviamente. (non le sembra uno streotipo lo stesso parlare in inglese? ormai lo fanno tutti, fa molto "easy"...io preferisco citarlo nelle canzoni, ma tot capita, quod sententia...e amen.)
GRAZIE.
Kubalibre.

domenica 2 aprile 2006

Gli uomini che si voltano

Probabilmente
non sei piú chi sei stata
ed é giusto che cosí sia.
Hai raschiato a dovere la carta a vetro
e su noi ogni linea si assottiglia.
Pure qualcosa fu scritto
sui fogli della nostra vita.
Metterli controluce é ingigantire quel segno,
formare un geroglifico piú grande del diadema
che ti abbagliava.
Non apparirai piú dal portello
dell'aliscafo o da fondali d'alghe,
sommozzatrice di fangose rapide
per dare un senso al nulla. Scenderai
sulle scale automatiche dei templi di Mercurio
tra cadaveri in maschera,
tu la sola vivente,
e non ti chiederai
se fu inganno, fu scelta, fu comunicazione
e chi di noi fosse il centro
a cui si tira con l'arco dal baraccone.
Non me lo chiedo neanch'io. Sono colui
che ha veduto un istante e tanto basta
a chi cammina incolonnato come ora
avviene a noi se siamo ancora in vita
o era un inganno crederlo. Si slitta.

Probabilmente non aspettavi che ricordassi proprio questa poesia tra le tante di Montale, probabilmente non volevo ricordarla nenache io . Oppure necessitavo di uno stimolo esterno per compiere il mirabile sforzo.
TU me l'hai offerto, semplicemente, barattandolo col mio religioso silenzio dentro un filo.
Oggi sono una corda, che vibra al tocco di una mano invisibile.
Sono un suono, il più dolce e dimenticato che possa partorire uno strumento.
Sono l'arpeggio di ricordi obliati, troppo stonato
per essere
da voce umana invano accarezzato.
Sono il tempo che hai fermato.

GRAZIE infinite.

lunedì 27 marzo 2006

C come compleanno...

21 anni. la mia canna da un grammo si accende e riscalda dalla finestra il tappo di una bottiglia vola e inizia a rotolare, facendomi sentire nelle vesti del presidente della mia immaginaria e alquanto insolita repubblica.
venerdì sera. quattro persone intorno a un tavolo, a brindare sfanculando tutti quelli che ci vogliono male - ma quelli sarebbero arrivati solo il giorno dopo alla mia festa!!- e augurandoci di sopravvivere anke quest'anno. i loro volti amici, i loro bicchieri uniti, la semplicità dei gesti mi commuove. il colpo di grazia me lo dà la telefonata degli amici dalla capitale, e il mio guru in particolare, che continua a farmi crescere parlando di piazzolla e rachmaninov e borges e sylvia plath..il mio omettino invece lavora, ma è come se fosse vicino a me..
ancora a fumare, instancabile mi sento e l'alcool sale picchiando forte sulla testa ma a me sembra soltanto un formicolio sterile, non riesco ad annebbiarmi eppure vorrei ma spesse tele fredde mi avviluppano e in una tazza gialla di camomilla affogo la serata cercando le pecore sfuggite dal recinto immaginario del sogno chimera vanamente cercato a lungo mi addormento con le braccia strette a lisi mentre decidiamo cosa indossare il giorno dopo c'è la fiera del fumetto e il mio complanno e la notte bianca come adesso, buonanotte assistente ti voglio bene a domani la sveglia è per le otto sono le due sì adesso dormiamo.
la mattina è un risveglio che senza soluzione di continuità riprende l'attività principale lasciata la sera
tutti in direzione fiera sono pronti già dalla nove mi appresto a preparare la sangria nel cerchio di caffè che mi tiene sveglia Polissena stranamente mi circonda la sua anima la testa forse anche io mi sento vittima da immolare su un altare perchè si compia lo stesso fatidico rito ma sono troppo preoccupata da problemi insoluti e devo pur reagire il giorno della mia festa.
inizio a prepararenon senza continui assaggi la sangria e per le due siamo in fiera, finalmente, esplodono i colori e i volti amici fino al momento in cui poi si confondono con i volti di persone che vorrebbero solo reciprocsmente ignorarsi ma per forza di cose non possono o non devono farlo, mi sento presa in giro ma la fiera continua con il suo sfavillio di colori e persone , sono con Lui e niente oggi potrà farmi del male.
finalmente a casa, alle 7 è tutto pronto per la festa, i marocchini mi seguono dall'esselunga a casa con fischi di approvazione , mi pento di non essere uno di quei cessi che mai verranno seguite fino a kasa, nonostante con gonne scollature e vestiti alternativi cerchino di fare la loro porca fiugra ma fanno la figura delle porche, per dirla alla bukowski sono a sud di nessun nord e continuano a farmi domande a cui non ho voglia di rispondere, sulla mia vita, su cosa sono e dove vado, sciorinandomi davanti il loro essere piene di idee e sogni, quando sono le più banali e rozze figure che mi siano capitate davanti, e le vedo complici nella loro ordinarietà e nel guardarsi di sottecchi ogni volta che a una delle loro domande da antologia rispondo, e so bene che le mie risposte divengono oggetto di scherno o di critica e di risatine isteriche da quattordicenni, la rabbia cresce nello stomaco e mi chiedo se davvero pensano di me che sia una povera idiota pentendomi invece di non aver trovato l'LSD in gocce in tempo per metterla nei bicchieri e guardare le loro facce storte e ridere un pò io, ma poi ugualmente non so come una calda risata mi parte dal cuore quando realizzo per davvero che sì, stanno facendo domande per vedere il mio tasso di stupidità, il che detto da loro è un complimento, e indossando a mia volta la maschera cerco di dare le risposte che loro si aspetterebbero, qulle giuste perchè abbiano abbastanza materiale da riempire, chissà! le loro chat e i loro forum, o semplicemente lo stanco chiacchericcio di una festa a cui non sono state invitate ma penosamente si sono presentate comunque per non avere il coraggio o la dignità di non venire dopo che per un anno mi hanno coperto di merda e fango con qualsiasi persona gli capitasse a tiro, tutto sommato io mi sento più che gentile e mentre faccio due più due mi sembra anche di trovarle simpatiche, a loro mdo, della maniera in cui riescono ad autocelebrarsi, lo trovo affascinante , e mi piace, mi ricordano un pò una storia di pirandello, il signoro ponza e la signora frola, mi fanno ridere cazzo, e finalmente
felice mi stacco da loro per parlare con altri , e osservarle da lontano ridendo con i più che non si spiegano certe presenze proprio all a MIa festa...falsi gli altri falsa io, cerco di rispondere.
arrivano i regali, fantastici, dimentico le note stonate, spegnendo le mie candeline, o meglio accendendole, prego Iddio di darmi il coraggio di sopportare il resto della serata e quest'altro anno, e di avere facce vere intorno, e di non dovermi più giustificare con chi non mi conosce e non capirebbe, con chi è contento della merda di vita che conduce perchè non ha il coraggio di guardarsi allo specchio per sputarsi in faccia e confessare che è solo invidia e cattiveria la materia del suo essere, o egocentrismo, o quant'altro, fumando spengo la mia esasperazione pensando all'unico vero amore della mia vita, mio padre, a lui e alle sue mani che un pò già tremano, a lui e ai suoi begli occhi, a lui e ai nostri discorsi lasciati incompiuti, a lui, perchè io sono lui e lui è me, e siamo insieme, e sono quello che sono perchè grazie a Dio Qualcuno mi ha davvero insegnato il valore dell'essere, dell'essere sempre, anche in difficoltà, del rifugiarsi nella lettura e nel coltivare la propria anima prima di tutto il resto.
non starò qua a citare i regali che mi sono arrivati come un piacevole sovrappiù, era la presneza quella che mi bastava, alcuni- proprio le persone sbagliate- devono aver preso questo alla lettera, ma fortunantamente non ci ho badato più, sono contenta lo stesso anche di loro, non si può pretendere tutto dalla vita, anche la comprensione di chi amandoti cerca di mascherare l'odio che prova per te non è poi da sottovalutare, è comunque qualcosa di piacevole, cui si aggiungono libri, l'affetto e il meraviglioso regalo del terzo uomo della mia vita, il cuore a forma di zaino delle 4 donne che mi circondano, i 21 centesimi nel salvadanaio della quinta ultima arrivata da taiwan, ancora i libri della mia collega e del dottò, una maglia di zara, il fumetto il corvo, la dedica di MR e la SUA dedica da quel gran pezzo di ..colorista!, orecchini per invogliarmi a fare i buchi, e il telefonino nuovo da quella creatura meravigliosa che sempre più mi fa girare la testa , visto che gli ultimi saranno i primi!

la notte bianca prosegue in giro, duomo- colonne, ma la stanchezza si fa sentire, e il peso del tempo e gli eventi mi fa soccombere, ma calde e dolci come ambrosia lei camminando mi riversa emozioni e la sua rabbia è un pò la mia e lei è un fiume in piena che sta straripando, parla ed è come acqua
benefica
salvifica
quella che viene fuori nel suo intricato e stanco monologo che mi racconta di come è pura e profonda quella perosna che mi cammina accanto, e mi sembra ricami lodi che io non scorgo, ma vedo ciò che LEI vede di me, e il suo vedermi mi fa piangere, perchè è più caro e prezioso della stessa opinione che ho IO su ME.
spero di non perdere anche lei, e spero di essere io stessa un gran sostegno, per me , e per chi mi vuole DAVVERO bene.

GRAZie a tutti, veri o falsi che siate.

e auguri, naturalmente, a me.