venerdì 9 dicembre 2005

Malinconia

un anno fa...come vanno via in fretta il tempo e i ricordi, e con essi, il volto delle persone care e amiche...
come una gigantesca nuvola di polvere che tutto avvolge meno che la tua ombra
-sembra di vivere una nebbia.

mi manca la mia donna...la mia ballerina. Forse l'ho amata, forse no, ma pagherei per tornare indietro a quei pomeriggi in cui i confini erano così labili tra i sentimenti che credevo fossimo la stessa persona che per comodità si era scissa in due (o in quattro, essendo ME e IO i capisaldi della mia teoria sull'umano- santo Freud!)

adesso avrei voluto le sue mani, i suoi abbracci, un pò della sua forza e della sua dolcezza, che sempre impeccabilmente le disegnava il viso angelico con un sorriso.
lei era me e io lei, una comunione mai piu' ritrovata con nessun'altra persona a questo mondo, unico il modo di pensare, identiche le nostre vite, tant'è che ci saremmo potute definire sorelle, mogli o madri l'una dell'altra.

un anno fa -ricordo benissimo- ero appena entrata in casa. il tempo di sorprendere quel corpo che danzava, e danzando disegnava tutt'intorno l'armonia di forme perfette e sicure, che solo grazie a lei acquistavano la dignità di oggetti e spazi e volumi.
Sulla porta, le buste della spesa in mano, immobile, incantanta dalla poesia che veniva fuori da quella piccola donna, avevo iniziato a piangere.
piangevo via il dolore e la sofferenza figlie dell'incertezza..a sua volta generata da quella volontà di non scegliere- e l'anno scorso, di questi tempi, stavo per fare una scelta a suo modo rilevante tra cuore e cervello-...

non vi siete mai fatti prendere da un corpo che balla? non sembra un miracolo, la semplicità di gesti armonici che penetra in ogni singolo atomo del corpo e rapisce, e commuove, nel momento stesso in cui sentiamo che a dispetto della leggerezza che ci sta davanti, noi siamo pesanti, e stanchi eppure in qugli istanti saremmo capaci persino di improvvisare un volo ,scomposto e sgraziato, ma pur sempre un volo?

vorrei tornare indietro a quel giorno, in cui ho scoperto che un piccolo cuore può beffarsi di Galieleo e Newton, e degli anni spesi a misurare leggi di gravità e peso dei corpi.
Perchè lei volava, e insieme al suo ricordo, anche la mia mente adesso fa lo stesso, regalandole il piu' dolce dei saluti.

mi manchi, amica mia. mi manchi da morire.

mercoledì 30 novembre 2005

Te quiero mucho

lettera semiseria che un amico fantastico ha lasciato sul comodino della mia camera...dopo una settimana di delirio puro trascorsa a Milano...sempre in giro, a fottersene della gente e delle sue banalità, delle persone senza vizi ma nemmeno virtu', perchè per essere troppo perfetti devi per forza sbagliare almeno un volta nella vita..e chi non l'ha mai fatto è un vigliacco, o un insensato, e un sano imbecille buonista del kazzo.

ad ogni modo..
" da quando ci siamo imposti che la vita non ci avrebbe piu' spaventato, è la stessa che aveva smesso di darci pena.. perchè contemporaneamente si cresceva senza snaturarsi!!
E' un pò la nostra storia..che dopo aver fatto giri immensi(proprio come i grandi amori) compie la quadratura del cerchio qui a Milano. I giorni incerti e rocamboleschi appena trascorsi siglano ancora una volta un ricordo indelebile che ci unisce.
L' ennesimo di una serie infinita che non si ferma mai..che crei tu, che creiamo noi sulle ali di chi sa sempre, alla fine, il fatto suo.
Forse siamo fatti per vivere insieme...forse è impossibile il contrario. Se l'intesa è una cosa preponderante in una scelta del genere, beh, allora siamo a posto!!
Sono stato da dio..e comunque una piccola postilla la meriti:
sei straordinaria, e ti ho ritrovato come avrei voluto.
Non siamo mai stati così belli..le vite di anime tormentate sono quelle che forgiano di piu'..
sono quelle che ci appartengono dandoci la consapevolezza della nostra tenera forza quotidiana.

WITH YOUR FEET IN THE AIR AND YOUR HEAD IN THE GROUND..U TRY THIS TRICK AND SPIN IT, YEAH..YOUR HEAD WILL COLLAPSE, AND IF THERE'S NOTHING IN IT, YOU WILL ASK YUORSELF..WHERE IS MY MIND???

dedicato te, il mio epicentro."

La vita continua a scorrere come un fiume d'estate..arranco, ma la forza dei veri amici è il miglior corroborante mai inventato a questo mondo.

per KALAO: sei eccezionale, e io ti dovrò sempre tanto.
e ti adoro, "con ogni poro della mia pelle".

lunedì 14 novembre 2005

I CANTI DEL RITORNO

Fine settimana a Parma..
ebbene sì, ogni tanto è giusto staccare un attimo la spina, rivedere vecchie facce che sono sempre le stesse, la mia Fra sempre splendida- e sempre piu' sconvolta !! e gli amici direttamente "dallu Salenthu"...
L'erba è sempre buona, il vino scende che è un piacere, la settimana scorsa ho avuto l'ultima colica ma stranamente lo stomaco stasera non mi fa male, anzi...
lo metto alla prova con untissime crick crock , pistacchi e lambrusco ma mi regge, -strano quanto possa fare la tranquillità piu' degli psicofarmaci e dei continui antispasmici...
Venerdì serata di pizzica, la strada è lunga e a piedi, ma i due litri di vino nella bottiglia svuotata della Ferrarelle ci aiuteranno...(il vino nella bottiglia di plastica, giustificato dalla sola presenza di cinque terroni...non perdiamo mai le sane abitudini del risparmio e del lyfestyle alla centro scociale..)
Si va all' XXL, serata di pizzica, gente ubriaca per strada, noi arzillissimi al suono del tamburello e dei canti popolari...peccato per l'ingresso, é a pagamento e il casch non ci aiuta di certo..giu' allora per la casa occupata..il tutto rigorosamente a piedi , fumando e senza un goccio d'acqua!
alle 4 e mezza siamo di ritorno, stanche ma felici, e il letto fa da supporto al delirio notturno...frasi disconnesse si mescolano ai ricordi sui banchi di scuola, e i diari con le minchiate di cui li riempivamo ci sembrano appartenere a persone che forse non siamo piu'.. strano vedere quanta energia e quanta vita avevi appena tre, quattro anni fa, essì ke il mondo non ti sorrideva neanche in quell'occasione, ma con una mano amica potevi trovare il coraggio di girare una, due, cento pagine...
Abbracci, e ridacchiate nel cuore della notte, effetto dei fumi alcolici e non, i Cure di sottofondo..
buonanotte.

il sabato è una sveglia strana, anche per l'orario che non è esattamente il primo mattino...la giornata è altrettanto strana, ho bisogno di diverse ore per riprendermi e convicermi a uscire..
abbiamo messo piede fuori di casa alle 6 di pomeriggio, saltando a piè pari colazione e pranzo( si, lo confesso, mezza barretta di galak l'ho magnata, ma ero in kimika!!)
Serata a casa, il canovaccio è sempre lo stesso, magnare-ridere-bere-fumare...
guardiamo Mullholland Drive del geniale Linch, è la mia terza visione quindi posso permettermi di crollare addormentata sul divano per i tre quarti del film...sveglia solo quando c'è il giro...
L'ultimo saluto stamattina, tristezza e una vena di malinconia, ma non ho tempo per commuovermi perchè perdo due autobus e l'unica è farsela a piedi fino alla stazione..
mi accompagna Francesco, e parliamo delle vacanze in Salento, della pizzica e del vino di Gallipoli...caffè, sigaretta, e due baci...un grazie frettoloso, mentre già salivo sull'interregionale..

Ed ora di nuovo qua.
Solito mondo, fatto delle sicurezze che ti sei saputa costruire fino ad oggi.
Casa sua, pc acceso e musica, a raccontare tra i baci il tutto e il niente di questi due giorni...
Forse dovevamo allontanarci un attimo per assaporare la felicità intangibile delle piccole cose che ci circondano: io , tu, i tuoi disegni e i miei capricci, e poi i sorrisi, e finalmente l'ansia di questi ultimi giorni che si allontana..il nostro bene cresce in maniera esponenziale, mi sento sikura tra le tue braccia, e non mi importa di essere bimba, o donna, mi piace essere semplicmente Me e sapere che, come mi hai sussurrato, MiAMi"TUTTA".

mercoledì 2 novembre 2005

FOTTITI

So che questo post sarà aberrante, probabilmente squalificante, ma credo che scrivere prima ancora che sublime per la capacità espressiva del mezzo di comunicazione, sia eccezionale per la grande opportunità psicoteraputica insita nel vomitare parole che altrimenti continuerebbbero a sonnecchiare nel mio stomaco rivoltandolo non appena si ridestino un pò.

e allora vomitiamole ste parole, per tutta la gente falsa e ipocrita che rode dentro e vorrebbe quello che tu hai, ma disgraziatamente non può e si accontenta di mezzucci da quattordicenne per recuperare brandelli di una storia che non esiste più.
eih dico a te,
non vedi come sei ridicola, nei tuoi squallidi tentativi di approccio -peraltro tristissimi- con cui credi di ritagliarti un angolo di eden che non ti è concesso?
non capisici quanto può essere triste una persona che dice di aver dimenticato e nel frattempo continua a sputare sentenze bagnate di quei rimorsi e rimpianti che ti porti dietro ormai da circa tre anni?

pensi di essere un gran donna, vuoi convincerti che la storia in corso finirà..bene, io questo ti concedo di sperarlo, perchè anche ai poveri di spirito Dio o chi per lui ha regalato il beneficio della speranza.

ma..per favore: risparmiati di recitare ancora la parte della fanciulla dal cuore infranto dipingendomi come una "ragazzina viziata " o piuttosto "facile" o quant'altro...perchè della mia vita non si parla...
quantomeno non può parlarne una persona talemente piccola e insignificante da doversi mettere in ridicolo per essere degnata di uno sguardo- anke quello , aihmè, di compassione.
e visto che io sono l'incoerente tra le due, e tu la donna in carriera, allora ti prego:
non circuirmi più. non cercare il dialogo con me se poi affermi di odiarmi...e soprattutto: sei anke una povera ingenua che non riesce a capire che tutto ciò che possa raccontarti di me, o di lui, o di noi ..
è studiato apposta per farti rigirare le budella a dovere.
Cosa che succede, perchè come vedo i risultati ci sono...eccome se ci sono!!!
Continua pure a lamentrati del tuo "quasi-matrimonio fallito", che ai k..miei ci penso io.
e per il resto...
FOTTITI.

p.s.kiedo scusa a tutti ma quando ce vò ce vò

lunedì 24 ottobre 2005


uffaaaa....mi manca casa mia
e questo è uno scorcio
dei
Sassi , dove il caro Mel Gibson ha pensato bene di girare "The passion"...
e prima di lui altri illustri signori...tra cui Pier Paolo Pasolini...
passi per tutto...non sono importanti per questo, per me, ma perchè sono la mia storia e la mia casa, la mia terra e le mie radici...e nostalgicamente me li riguardo...
e non guardo dalla finestra fino a domani...i palazzi sono troppo alti e grigi qua..e io sto per soffocare.

venerdì 23 settembre 2005

Le "VERANDE" del professore

merda intorno a me, merda dappertutto.

ecco, di nuovo pallide giornate senza senso, piene solo di quel groviglio di pensieri inutili in cui ti perdi per la sottile e nascosta vena masochista che ti appartiene, e ti vuole fare arrabbiare per forza per stupidaggini.

voglio a tal proposito commentare la situazione in cui galleggio adesso parafrasando una lezione di Baricco in city, -lezione di nome e di fatto,in quanto parole messe in bocca al professor Bandini ma di una tale sconcertante verità da sputtanarti in una sorta di poesia in prosa quello che siamo, e che saremo, e che siamo stati.

premetto che l'immagine che il prof. ha della condizione umana è la seguente:
"gli uomini hanno case, ma sono verande", ovvero che " gli uomini stanno sulla veranda della propria vita(esuli quindi da se stessi) e che questo è l'unico modo possibile per loro di difendere la propria vita dal mondo, giacchè se solo si azzardassero a rientrare in casa (e ad essere se stessi, dunque) immediatamente quella casa.. si trasformerebbe in trappola mortale, ragion per cui la gente si affretta ad uscire sulla veranda ( e dunque da sè stessa) riprendendo posizione là dove solo le è dato di arrestare l'invasione del mondo, salvando quanto meno l'idea di una propria casa, pur nella rassegnazione di saper , quella casa, inabitabile".

da qui l'invito sacro come un comandamento di pensare e farsi ognuno un piccolo esame di coscienza, e cercare di essere quantomeno un pò più onesti, se non altro con noi stessi.

chiuderei con la fervida e amara riflessione dello stesso professore- che io adoro anche se so che è di carta e inchiostro-
"..se ci pensi, pensa alle case vuote, a centinaia, dietro la facia della gente, alle spalle di ogni veranda, migliaiai di case perfettamente in ordine, e vuote, pensa l'aria lì dentro, e gli oggetti
, la luce che cambia, tutto che accade per nessuno, luoghi orfani, loro che sarebbero I LUOGHI, gli unici veri, ma quella curiosa urbanistica del destino li ha immaginati come tarlature del mondo, incavi abbandonati sotto la superficie della coscienza, se ci pensi, che mistero ne è di loro, dei luoghi veri, del mio luogo vero, dove sono finito IO mentre ero qui a difendermi, non ti succede mai di chiedertelo?, chissà come sto IO?, mentre tu sei lì a dondolare, a riparare pezzi di tetto, a lucidare il tuo fucile e salutare la gente che passa, di colpo, ti viene in mente quella domanda
chissà come sto, IO?
vorrei sapere solo questo
come sto IO?
qualcuno sa se sono buono , o vecchio, qualcuno sa se sono VIVO?"

io mi sa che ogni tanto un salto in casa lo faccio, - e lo faccio fare-anche se fa male.
adesso però fatemi entrare anche voi, sono stanca di dondolare sulle vostre sedie di legno bevendo bocce di vino e giocando a carte per scampare alla noia.

sabato 3 settembre 2005

(para)NOIA

non sono uscita per paura di farmi del male.
non l'ho fatto per te, o per quella vaga idea di coscienza che ho nel cervello e che stanotte si sarebbe fatta viva urlandomi nell'orecchio che avevo sbagliato.
volevo forse gettarmi di nuovo nel baratro?
forse si, mi dico, ma non rieco a sentire che sapore ha, adesso, sapere che è tardi.
amaro, o infinitamente dolce, di quella dolcezza che proviamo quando sappiamo di essere a posto con noi stessi, la stessa che sentono i bambini quando la mano sicura del papà li afferra e li tira via dal pericolo...-e il tuo pensiero in questo caso, sarebbe poprio quella mano..-?
al diavolo, discorso inutile.
perchè voglio farlo?PERCHè VOLEVO FARLO?
per potermi dire: ecco, l'hai fatto.
per il brivido di una conquista? per lasciarmi morire per paura della morte? per impedire al mio cervello di pensare? per sentire che sono più forte delle mie stesse paure, anche se il cuore pulsa e la notte non è sonno leggero ma una battaglia tra lenzuola sempre più umide, tempie madide e occhi che non si chiudono se non l'indomani a mezzogiorno?Per gridare FANCULO, CHISSENEFREGA io STO BENE COSì ?
voglio poter gridare aiuto, ma abbastanza silenziosamente per sentirlo solo io.
perchè non capisco più quale demonio c'è dentro, perchè sento quelle dannate voci che mi dicono -coraggio, l'hai fatto e lo farai ancora!, perchè alla fine sfiancata da desideri che come cavalli impazziti mi tirano l'anima in direzioni diametralmente opposte DORMIRE, ecco cosa vorrei, in un tempo che non abbia spazio e rumore.
e vomito, e sangue e occhi stanchi e gialli sono diventata.
e intanto la partenza si riavvicina, un terribile spauracchio.
ed è già tardi, e tutto è troppo grande ad essere compreso.
SILENZIO.

venerdì 2 settembre 2005

Per me

male...male e basta.
erano anni luce che non scrivevo. non c'era il tempo, la voglia, la fantasia di mettere su carta la quotidianità di lacrime scontate, di banali capricci da bambina viziata, di sorrisi che più ti sforzi di regalarli in giro più ti rendo conto di quanto siano falsi, e di quanto sia falsa tu.
naturale che nel silenzio, quando ti ritrovi da sola con la tua ombra, i tuoi demoni urlano risposte che tu fingi di non sentire.. e si risveglia quel tuo spirito sempre sopito, la voglia di continuare a vivertela così, senza una meta e un obiettivo perchè tanto il senso di questa pseudo-crescita mica lo capisci..

e in culo ai benpensanti, a chi non ha vissuto come te e che quindi ha dalla sua il fatto di essere una persona troppo normale per capire che dentro bruci, che c'è quel qualcosa che non hai mai spento del tutto, l'hai solo nascosto per bene sotto il falso nome di "cambiamento", e appena si risveglia ti procura quel disagio, quando ti guardi allo specchio, e non riesci a toglierti di dosso lo stereotipo che la gente ti ha incollato sul viso, quello della testa-di-kazzo-ke però-in-fondo-è-buona-e-crescendo-ha-capito-che-non-si-può-vivere-di-sesso-droga-e-rock'nroll...cosa è alla fine farsi del male, se anche i giorni che trascorri inutilmente a cercare di raccontarti una possibile realtà che ti renda le cose più semplici, o forse più controllabili, non basta a farti sentire una "persona" ?
e basta con con chi dice che mi vuole bene e mi dice di fare questo e non fare quello per il "mio bene"...nessuno sa cos'è il "mio bene", nessuno può o vuole saperlo, nemmeno io , quindi pregherei anche Dio di lasciarmi scegliere da sola la mia condanna, senza timore di incorrere in sentenziosità e cenni di disapprovazione da altri qualsiasi.

mi rendo conto che questa apologia semiseria per la mia anima non mi farà uscire indenne, ma nulla adesso è più importante, nemmeno scrivere queste righe infarcite di non-sensi per permettere all'anima di alleggerirsi il tanto che basta a farmi chiudere gli occhi stanotte.

ho solo voglia di scappare.perchè tutto questo è troppo, ma è anche oramai troppo poco.
perchè ho bisogno di costruirmi la mia vita da qualche altra parte, senza barriere di alcun tipo, in un posto abbastanza lontano per non farmi riconoscere da nessuno, e sentire che tutta l'amarezza di questo momenti svanisce, alla fine, finalmente, finita..
voglio andare via da tutto. voglio trovare me stessa. camminando a piedi nudi su altre strade,
infinite e sconosciute, giocare a scoprire se davvero esiste anche per me una seconda occasione, verso una possibile e indefinita espiazione.
E sarà lì, e allora,
amore,
che riuscirò
finalmente
a salvarmi,
a salvarti.

mercoledì 25 maggio 2005

Sono solo STANCA

Sono stanca, ma stanca davvero.
Stanca perchè fuori uno pseudo sole continua a splendere e inonda tutto di una luce bianca che acceca...e io invece mi acceco sul bianco di fogli da scrivere e pagine da leggere...
Stanca della pochezza delle persone che ci sono intorno a me, che mi riempiono anima e corpo col loro niente e con i loro discorsi fatti di aria, tanto che poi non riesco mai a capire dove finisca il loro vuoto e dove inizi il mio..
Stanca di gente che credo più matura perchè anagraficamente più grande di me, e invece scopro sempre più fragile, sempre più effimera, sempre più piena di quelle preoccupazioni senza significato e ragione, che vive di sogni come fosse in terza elementare, il cui unico pensiero è stupire, shockare, sperimentare, sbuffare, attirare l'attenzione e lamentarsi di tutto e tutti, rimpiangendo un passato che non è meno falso di quanto sia il presente.

Ma non tocca a me dispensare giudizi, e sì che sono bene pronta a parlare perchè la lingua, purtroppo o per fortuna, ce l'ho lunga pure io...

Forse il problema invece sono io.
Non è vittimismo.E' semplice analisi.(o psicoanalisi?)
Non so, non so niente, sarà perchè anche se sono sveglia le mie palpebre divengono pesanti ogni minuto di più, sarà perchè in effetti avrei bisogno di stare magari un pò da sola.
Sola, a prendere uno ad uno i pensieri cattivi, le immagini passate e le delusioni presenti, e guardarli piano piano.
Bagnarli di pianto, magari, e poi lasciarli seccare lenti, in modo da fargli perdere consistenza..
e sentirmi leggera, perchè non lo nascondo, a volte il cuore pesa, e il tempo mi sbarra la strada, questo tempo che non si può fermare e che spaventa.
ma a che serve piangere e gridare, a cosa dimenarsi e sferrare calci, o scrivere di notte con la luce della luna, se alla gente non importa...se gli uomini più li capisci, più è difficile amarli e sentirsene parte..e non vergognarsi di appartenere ad una schiera di anime cieche, che inseguono una bandiera bianca e non hanno direzione.
Eppure sei la prima a mescolarti alla massa, perchè così è comodo.
Qualcuno ti osserva da lontano, ma tu sei un semplice volto nella folla, senza nome nè voce, e soltanto una gran pena rivelano gli occhi di colui che, rivolto a chi ti sta osservando esclama:
"non ti curar di lor, ma guarda e passa".

mercoledì 11 maggio 2005

Troppo tardi

ebbene sì...è arrivato il periodo degli esami...
akkompagnato dal solito immankabile esaurimento nervoso...proprio quello ke ti porta a piangere e ridere insieme....
come quando ridi una risata lunga un pianto, e vorresti singhiozzare, ma il dolore è troppo forte per sollevarti il petto e allora tenta piccoli sforzi che ti aprono all'aria che non vuoi...
allora ridi,- vorresti urlare-, e vuoi correre d'improvviso kon le braccia aperte, poi buttarti su una spiaggia lasciando la testa ciondolare come un pendolo inerme, senza più fulcro...e in quel silenzio udirei solo le tue parole ripeterti che ce la devi, che ce la puoi fare....anche se nella testa sai di non essere poi ankora pronta per affrontare sta vita del kazzo che tutti dikono vada la pena viversela...

io non so.perchè ci sono giorni, kome oggi ad esempio, in cui l'aver respirato mi sembra la sola cosa utile che abbia potuto mettere in atto...
e guarda kaso, il respirare è un movimento involontario.mi rieskono bene solo quelli.
Come del resto il farmi battere il cuore a intervalli regolari.
e il pensare.

il pensare con l'inconscio, quello mi riesce di fare, l'ennesima prova di kome tutto
abbia un filo logico nel mio copione.
inconscio, incoscienza, incoscente..ekko spiegato, meglio che in un teorema matematiko, dalla sola radice che lega queste tre parole, il perchè mi sembra di non avere mai una coscienza.
di quella da interrogare così, come adesso mi serirebbe, quanto basta per potersi dire che, in fondo, si è una brava persona, che nella vita è normale compiere sbagli, che sbagliando si impara...e che non è mai troppo tardi per cambiare.
Invece non ce n'è ,non ne sento il peso nemmeno se provo a immaginarmela,e se adesso un qualsiasi Bartleboom venisse a chiedermi
-Che cosa aspetta, madam?
-Che sia troppo tardi.
gli risponderei, con un lentissimo cenno del capo,
non avendo il coraggio di sollevare gli occhi perchè non è un uomo, che mi porge questa domanda, ma Io stessa.
e allora che vada come vuole, deve o può andare, tirino pure i loro dadi gli dei,e questi, nel loro rotolare cosmico, giochino a scambiarmi di ruolo sul palcoscenico.

è quasi notte.
sono sola in una stanza buia.
e aspetto.

giovedì 14 aprile 2005

Senza Pretese

sigaretta...e sottofondo di el Che...
seduta sul letto nella posa consueta ristò...
i piedi in bilico, su un angolo di mondo...saluto quest'altra giornata, che è volata molto più velocemente di quello ke temevo...
oggi sono più fiduciosa di ieri, sarà per la luce, o per la sensazione di non aver sprecato il mio tempo, sebbene adesso le gambe mi facciano male e il corpo chieda solo di potersi distendere...
il sole oggi ha illuminato le mie ore...e per me, incurabile metereopatica, è stata la migliore medicina...

...e mi sarebbe piaciuto vivere al tempo degli dei giusti e buoni per chiedere ad Apollo di portarlo un pò a spasso io, questo tondo di fuoco, sul carro fatato...per capire davvero se tra gas, elio e materie incandescenti si nasconda l'alchimemica e secolare ricetta per il buonumore....
ero felice oggi, di una felicità fatta di niente,di una partita di pallone tra una lezione di informatica e una di inglese, di una coca cola ghiacciata bevuta per metà, di un gelato abbastanza grande per nascondere la faccia del mio amico di fronte....

uscita finalmente alle 7 e mezza, ma oggi era ankora quasi giorno, e poi ti capita di trovare qualcuno che come te ha solo voglia di digerire una giornata di lavoro e appunti, di fogli bianchi da riempire e manuali da sottolineare, allora molli tutto e ti concedi una mezz'ora di puro stordimento- ma chiamiamolo pure relax- parlando del più e del meno, di chi c'è e di chi se n' è andato purtroppo abbastanza presto per non poter godere ankora una volta del tepore di una sera d'aprile...e ti arrabbi un pò, ma non ci pensi, saluti e ringrazi e si, magari un pensiero ti corre veloce a un paio di occhi che trovi nel volto della tua migliore amika, ti kiedi kome sta adesso, e kosa fa lassù, e in quale dove e quando ti capiterà di reincontrarlo...ma è questione di un attimo, che già rimbalzi in un altro diskorso, sekondo una trama troppo aggrovigliata per kapire da quale nodo siete partiti, e Amsterdam si meskola alle risate, ai soliti diskorsi fatti di nuvole e aria, la maria e gli esami, i viaggi e l'università, e -dove abiti? ma daaaaaai...

poi come perfetti sconosciuti ognuno riprende il suo fardello, salutandocisi con un vago cenno del capo...
finchè soli, ciascuno imbocca la strada che nel Grande Libro è scritto debba prendere, e monadi diveniamo, coi nostri pikkoli e rassicuranti universi dentro i quali invecchiamo piano, pregando di essere il più gentili possibili con le persone che ci circondano.

e il mondo di fuori diviene nulla,
e i nostri miseri anfratti, il mondo.

mercoledì 13 aprile 2005

Sconclusionatamente

stire it up...little darling stire it up...

bob mi mette sempre di buonumore, anche quando ci sarebbe ben poco da ridere...
ma la pace interiore è ormai una chimera, e mi sono stancata di cercarla nelle parole dei saggi o degli anziani...
tutto quello ke ho in mano, la conoscenza che ho cercato nella filosofia e in mille religioni, mi sfuggono in un buco nero che le risucchia...
allora musica, fetta di pane con la marmellata- per non tokkare le merendine!!-...il sapore di dolce in bocca non è sikuramente lo stesso, ma le papille del gusto ringraziano ugualmente- e musica reggae a palla....
ekko la mia medicina per ingoiare l'amaro che non riesce ad uscire dagli occhi già troppo stanchi...

giornata di pioggia oggi.
c'è l'umido e la sensazione di fastidio dentro le scarpe bagnate e i pantaloni umidi fino al polpaccio, ke mi ostino a non accorciare.
c'è il disappunto per una lezione andata male.
c'è la finta fame di una kazzo di gastrite ke si ostina a non passare.

ma ci sono anke due occhi e una promessa.
c'è un ombrello bianco e due figure che passeggiano strette e si baciano, incuranti delle gocce che giocano a saltellargli sulla faccia ogni volta che si fermano ad osservarsi, come se per la prima volta si vedessero.
c'è l'odore dell'erba bagnata, e il suo sapore in bocca.
e immancabili, due labbra incollate ad altre due, a cercare di costruire un pò di sole anche se fa freddo.

torno a kasa e il tempo è lo stesso. La novanta cede a tre fermate da Lotto.
gente che scende e si ferma.
passi sugli scalini.
porta che si chiude, e scrosciare d'acqua su ombrelli che prontamente si aprono.

lungo è il silenzio che precede un atto temuto e agognato insieme.
il cuore sembra non battere, e una sensazione di totale astrazione dalla realtà prende il posto del sentire effettivo.
poi, da un impulso che non sai mai quale fu, tutto torna a circolare, e senza rendermene conto sono davanti ad una chiesa.
per dirGli cosa?
pensavo mentre il cuore mi batteva, peggio che se avessi un colloquio di lavoro.
peggio che se dovessi giustificarmi con mia madre di un ritardo immane.
con chi avrei dovuto giustificarmi?
con Lui, o forse con la mia coscienza mai troppo chiara, il più delle volte intorbidita e sporcata da un qualcosa che tutt'ora non permette di farsi cogliere.
avrei voluto dirgli aiutami, avrei voluto confortarmi e confortarLo, avrei voluto domandarmi e risponderGli..

ma disgraziatamente nemmeno il konforto di kiedere skusa a qualcuno per sentirmi più leggera mi è konsentito dal caso, in questo periodo.

allora ho iniziato a kamminare sotto la pioggia.
in barba all'umido e al torcicollo, ridendo del freddo e giocando kome una bimba a saltare le pozzanghere.
cantando Tracy Chapman, e nel frattempo chiedendo per lo meno skusa a Me, perchè Io ha preso un pò troppo a rimproverarlo negli ultimi tempi.
Ho aperto la porta che la Donna e la Bimba se la ridevano dentro di me, con una komplicità che un pò mi mankava, e ke sikuramente domani mattina si dissolverà appena la luce, filtrando dalla finestra, mescolerà i sogni ancora tiepidi sul guanciale, e ne farà una nebbia informe costretta a salire piano e sparire col nuovo giorno.

e non so domani se sarò Io, o se sarò Me, ma adesso ci addormentiamo insieme, per incontrarci appena sveglie nello specchio e arrenderci in un sorriso.
notte.

martedì 12 aprile 2005

Adagio in re minore

male....
il cielo mi saluta ma è lo stesso di ieri e sikuramente anke di domani, e i tendini tesi tirano e bruciano sotto la pelle...
sarà la malinkonia di giorni bianchi, privi di luce e avvolti da un'atmosfera strana che paralizza anche le idee...torno a kasa kon il kollo piegato, dopo una mattinata passata a prendere appunti per inerzia e per sfuggire al sonno ke si cela ancora sotto mascara e correttore...
ekkomi...
solito kaffè del pomeriggio, solita sigaretta, solito libro di Baricco aperto a rimuginare sempre sulla stessa pagina...
il tempo sembra fermo, ma procede...
e quella strana sensazione d'amaro, ma di una malinconia tra le più dolci ke io konosca mi crea dell'imbarazzo, mentre IO e Me ci perdiamo in domande senza senso e risposte ke non hanno tempo...
oggi nella gola c'è un sapore ke mi riporta alla mia casa, alla mia terra...
raffiche di immagini indistinte di passato e presente frustano i pensieri...e la realtà pare schiaffeggiarmi se solo mi fermo ad osservarla...
non ho mai amato il mare piatto e calmo- lo sento- ma stavolta kiederei senz'altro alla vita di soffiare sulla mia povera barca quel poco ke basti a riprendere la rotta perduta...
sperduta mi ritrovo senza la tua mano...

mi assale il tuo pensiero, e tutte le paure di bimba che ha creduto di aver vissuto troppo e non ha vissuto per niente, cullata dall'incoscienza di un divertimento, beh, oserei dire pascaliano...fiera del suo stare bene soltanto quando le immagini si deformano nel fondo di un bicchiere di vetro...
ed ora che galleggio in questo limbo a cercare di fermare il tempo- o di aspettarlo- faccio solo in modo di non guardare quella verità che conosciamo ormai bene entrambi...
e rabbia diviene la paura...e delusione e disincanto...

ascolto la tua voce dentro il filo ke mi sembra appartenga ad un fantasma...tu...tu che non hai mai avuto una voce così....
tu che quando parlavi pareva declamassi in assemblea- Socrate, amavo definirti-...
dov'è la tua mano calda e sikura...dove la tua voce che recitava versi a memoria con il trasporto e la commozione di chi solo ha letto e studiato per l'amore di sapere...da nessuna brama spinto fuorchè la tua smodata passione per tutto ciò ke, a suo modo, è arte e cuore e sangue e cervello...
e quante volte mi sono fermata a stento, dietro la porta socchiusa della tua aula, a guardarti camminare tra i banchi, tra i "tuoi" ragazzi, a cercare più che di spiegare, di trasmettere e "insegnare"...
e quante volte mi sono vergognata, per non trovare il coraggio di dirti con slancio quanto ammiravo in te , prima del padre, l'uomo e la sua cultura e il suo sapere e la capacità di coinvolgere e spingere verso un sentire comune al tuo...

ed ora sei là...e la tua voce è lontana e afona...e la forza che io dovrei trasmetterti non so neanche lontanamente dove cercarla...mentre tu mi vedi, con gli okki di padre e guida insieme, e la tua mente mi disegna forte e volitiva, sommersa dai libri e coi pugni serrati sulle tempie a cercare di andare oltre, come tu mi hai insegnato...


...e vorrei non deluderti...
ma nebbia e sabbia è quello ke vedo,
interrogando le mie future lune.

lunedì 11 aprile 2005

STRANOaDIRSI

sembra strano ma ci sono dei giorni ke nascono grigi, piatti e stanchi e celano un pikkolo universo fatto di istanti brevi ma vissuti...
kamminare nell'erba, kon l'aria ankora fredda di un aprile ke stenta ad abbandonare il cielo e la pioggia del mese precedente e dare spazio ad un tiepido eppur bastante sole...kamminare mano nella mano, kome due liceali ke hanno marinato la skuola...e i baci acquistano un sapore di frutto rubato, e li consumiamo in fretta, kome se fossero trascorsi istanti eterni dall'alba di stamattina, ke ci ha salutato...
sembra strano ma ekko ke anke il grigio allora non è più poi kosì freddo...e guardi la città intorno kome se per la prima volta la stessi skoprendo...e mi fermo, ad osservare le " kase rosse", una makkia di kolore ke non credevo potesse esistere tra quei palazzi che sembrano disegnati tono su tono sullo sfondo del cielo..il rosso ci avvolge, e kontinui a rakkontarmi di te...e vedo i posti dove sei stato, e dove ora ritorni stringendo la mano di una persona ke, allora, neanke l'immaginazione più fervida poteva partorire...e vallate d'orgoglio e piacere mi allargano il cuore, e ti respiro e ti sento...e sei aria, sei luce...e sei kaldo e pelle tra le mie mani e sulle mie labbra..d'un tratto è kome se la pankina su kui siamo seduti appartenga ad un tempo ke magikamente si ferma..e ci siamo noi, kon i nostri volti e le nostre parole, le nostre risate e i tuoi okki nei miei, ke ci fanno giokare a spekkiarci...
okkiata veloce all'orologio, quanto basta per farmi sussurrare rapido un "andiamo?"...e siamo di nuovo in strada...
il kaffè lo trangugio bollente per cercare di non vedere kon la koda dell'okkio i gelati a cui resisto kome ulisse al kanto delle sirene...e dopo la sigaretta fumata tra diskorsi misti di vekkio e nuovo, bologna e cincillà, mi akkompagni alla metro..e ti guardo, ti guardo kome se già fossi lontano, mentre tutto il mio korpo si protende a salutarti, kome per karpirti quella linfa vitale ke sei il solo in grado di trasmettere...i baci sono stampati e devoti..e il saluto ke segue formale..kome sempre quando dobbiamo fare i konti kon okki di terzi ke si intrufolano taglienti appena dietro le nostre spalle..
sembra strano, ma mentre la metropolitana scivola veloce sotto strade e kase e palazzi e passi della gente in superficie sento ankora il tuo odore nelle nari..e sento il kaldo della tua bella mano kome se ankora fosse sulla mia..piove musica dalle cuffie, e la kanzone mi fa pensare a due korpi ke si avvinghiano e si amano sotto una coltre di coperte mentre fuori il tempo ulula contro la finestra pikkiettando gocce quasi dovesse smettere mai..persa nelle note scendo tardi, e divengo parte del fiume senza storia nè nome, fatto di vite e sguardi ke si inkrociano una sola volta nella vita, mentre attendo il prossimo treno...
risalgo, la musica riparte, il kalore del tuo korpo piano svanisce e allora sokkiudo silenziosa le palpebre per ritrovare i tuoi okki..
sembra strano che nel kamminare verso kasa kon i miei okki puntualmente puntati sull'asfalto, gioko a immaginarti akkanto, kome se nn te fossi mai andato, forzandomi a non sollevare le pupille dai miei piedi per non rimproverarmi di essere a volte troppo sensibile e magari innamorata..finkè nn arrivo a kasa , e mi immergo fino alla testa...arrendendomi alla stanchezza, abbandonata all'acqua ke piano rikopre il korpo..scivola sul ventre kaldo e sul petto..e mi akkarezza il kollo...
finalmente rifletto, finalmente sento anke ke ieri è stata una giornata ke valeva la pena di essere vissuta, finalmente mi sforzo di sentirmi fiduciosa o fortunata, o tutte e due insieme, e non so se ringraziare il destino per avermi regalato la tua luce, o la mia sfortuna per aver fallito almeno stavolta facendoci incontrare per sbaglio...
ma è dagli errori e dal kaso ke nascono le più potenti e inossidabili teorie..
è dal caso ,dagli errori e dal disordine ke il mondo e l'intera esistenza sono stati generati...
sembra strano, ma un errore è stato senz'altro il bacio ke ha permesso alle nostre anime di unirsi e rendersi vicendevolmente omaggio....
chiudo la mia giornata kol cuore ke mi brucia, per le tue parole e per i tuoi sguardi, per quanto ogni volta mi sento viva e sorrido alla vita se solo tu mi akkarezzi una guancia...
sembra strano, ke io non konkluda dicendo che ti amo...ma i termini banali e riduttivi feriskono un orekkio più sensibile ke pesa e misura parole ed emozioni..
e allora mormoro un grazie a mezza voce, e mi addormento kon te negli occhi e nel cuore.

giovedì 3 marzo 2005

NEVE (oggi è un giorno qualunque)

oggi è un giorno qualunque...lo skazzo prende sempre il sopravvento su tutto quando ti affacci alla finestra e scopri ke è un'altra, inutile, giornata di merda...fuori la neve, ma il suo kandore non è mai quello ke hai vagheggiato da bambina...anzi...adesso ti sembra quasi ke sporchi la strada...piano tutto si rikopre di un bianko ovattato ke rende muto anke il rumore dei tuoi passi sull'asfalto...
oggi è un giorno qualunque...cui altri seguiranno...e saranno pressokkè identici.perkè vivere in questa città di merda è un pò kome morire piano, mentre il tempo silenziosamente si distende sul quadrante dell'anima....perkè kamminare nel freddo, soli, in un posto kome questo serve solamente a farti prendere coscienza ke sei una pedina ke muove il sistema, ke aiuta a farlo girare...ma non ne sei parte.
oggi è un giorno qualunque....dove la luce di nessun sole riesce a penetrare lo strato di nuvole grigie ke ammassa il cielo....dove i volti delle persone ke inkontri sembra che negli occhi portino la tua stessa disperazione...la presa di koscienza di quanto tu e la tua miseria di essere un animale pensante siano la sola realtà circoscrivibile...
oggi è un giorno qualunque...un giorno in cui neanke l'amore riesce ad allargarti gli angoli della bocca,in un sorriso...un giorno in cui il freddo ti spaventa quanto il buio ke avvolge il tuo guanciale di notte...un giorno in cui la paura di non sentire i tuoi passi nellaneve è la stessa paura di tutti di girarsi e scoprire di aver cancellato le orme del proprio cammino...
ma tu attendi...attendi il distendersi di teli bianchi sopra i tuoi passi incerti...attendi ke una bambagia di ghiaccio nasconda le impronte sbagliate, le mescoli con quelle ke portano a tutte le strade che avresti dovuto imboccare e che -ahimè-non hai seguito...attendi ke il bianko ricopra le pagine piene di nero e di scarabocchi su cui scrivi il tuo copione, inghiottendo nel suo candore interminati monologhi stanchi che ti gravano sull'animo...come questo, senza aria nè luce che ti viene fuori semplicemente guardando dalla finestra la neve che cade...
perchè oggi, come tutti gli altri..è un giorno qualunque.

sabato 26 febbraio 2005

MAH!!!!

un giorno lontano, in un altro quando, kubalibre si rekò a visitare in sogno il suo migliore amiko ordinandogli tra i sussurri di disegnare, tra le braccia di morfeo, "ponti di luce"....
ke tra le righe, potrebbe rappresentare un continuo illuminare kon la ragione le tenebre da cui konsapevolmente ci si fa avvolgere...perkè la paura di vedere e sentire è uno skoglio insopportabile...e visto ke in fondo l'uomo, per sua natura, è un vigliakko- ma un vigliakko sveglio, ke ha kapito ke vedere e sentire fa male-ekko ke appare di gran lunga più komodo tuffarsi nello stordimento di un continuo non-vivere...galleggiando nel tempo a cercare di aspettarlo, piuttosoto ke koglierlo, e afferrarlo kon due mani salde e sikure...
ke la fortuna e la speranza akkompagni le anime stanke di ki, ogni giorno, in ogni momento, cerca di risalire in superficie costruendosi i suoi ponti di luce...unico appiglio...elevandosi da tutto ciò ke è buio..e nebbia..e sabbia...
e ke kubalibre sia un pò meno triste e complicata nel suo prossimo post...
hasta pronto, amigos!