venerdì 10 novembre 2006

così per parlare...

ricognizioni di fatti, non mi va di farle ma forse mi fa bene.
la pscioterapia scribendi già non mi aiuta, e troppo spesso i miei costrutti sono sporchi, retaggi del "pensare in castellano".
sottofondo triste-moltheni che mi parla di circuti affascinanti ma per me sti circuiti sono dei veri e propri "corti".ma pazienza.
che frustrazione quando il corpo ti sparisce e al suo posto larga una maschera di gomma ti avvolge. essì che questo non ti basta però ad attutire gli urti della vita, mi sembra di camminare al buio in un corridoio fatto di spigoli, mi fa male tutto e in piu' sono pesante, pesante, pesante.
il troppo bere mi sta sformando ma è un circolo vizioso, la fame bulimica torna ma senza conseguenze, anzi, cucino per coccolarmi, e poi bevo per dare uno schiaffo al fegato, che perenne contraddizione...tuttavia, il farmi bene del mangiare e il farmi male del bere vanno nella stessa direzione...il mettere su quintalate di orribile grasso. lo specchio sfugge ogni mattina.
ti svegli, e già inizi a "cagarti"( come si dice qua) in qualsiasi cosa: en la vida, en la puta, en dies ( per non bestemmiare). un giorno spiegherò che significa quando uno spagnolo si "caga" in qualcosa. ora no. basti sapere che è una maniera come un'altra di imprecare, e riprendendo il discorso, ecco..mi sveglio imprecando. poi sigaretta, e litri di caffè, ma la resaca del giorno prima continua a martellarti con chiodi a elle dentro la testa. e mentre prepari traduzioni in powerpoint mangiando crakers (di riso) e chorizo una telefonata basta a farti cadere il mondo addosso.
ebbè. mika mi kiamo Atlante. ma basta con la depressione, parliamo d'altro.
per esempio di Barcelona.
ci vado a fine mese carica di speranze, e lei tranquilla tranquilla riesce a essere la speranza delle speranze, il significante della speranza, insomma..LEi. Barcelona. incredibile, bellissima di una bellezza disarmante, l'arte si respira a ogni passo, e mentre cammini nella rambla in mezzo ai mimi che da ogni lato cercano di farti spaventare ti accorgi che in realtà sei al centro di un disegno di mirò. prendi la metro, scendi e vedi la Sagrada familia. e là non puoi non piangere, come la piu' scontata dei turisti ( o per lo meno delle persone che sanno apprezzare un'opera d'arte incredibile come poche). il fatto è ke l'arte di barcelona non è quella che sei abituato a vedere. nel senso, capitelli ionici, ultime cene, insomma..prospettive e figure tonde e rettangolari, di quelle che ti bastano per rassicurarti che la vita è davvero così come la si vede nel Tondo Doni.
NO. Barcelona è angoli, e deformazione, e urla ,i palazzi urlano, i quadri di mirò stridono, e ti raccontano a suo modo di gente che studiava la realtà ma solo per deformarla a suo capriccio, o a suo vantaggio. Studiare l'ordine del mondo per creare un caos in cui sentirti a tuo agio, insomma. E questo lo pensi mentre sei seduta sul divano in pietra piu' lungo e piu' comodo del mondo, che è quello che circonda l'esterno di casa di Gaudì. che solo a vedere la Sagrada pensi ke è pazzo. poi vedi dove kazzo ha deciso di andare ad abitare e già ti sta simpatico. ma quando ti accorgi di quello ke è davvero casa sua, beh, lì è amore signori miei. e non dico altro se non ANDATECI.
la sera, beh, giri immensi al porto, finiamo a una festa su un centro sociale mobile, ovvero allestito su un immenso barcone dove la gente davvero ci VIVe. difatti parlando nella stiva con uno dei Padroni di "casa" apprendo che loro girano il mondo così da anni, vivendo dei soldi che si fanno con le feste organizzate in ogni posto in cui attraccano. sono una decina. una perfetta rivisitazione del Decameron. Boccaccio sarebbe impazzito. io sono impazzita per molto meno, come una piante enorme di maria sottostiva, un vero e proprio albero. peccato per il tempo e la pula, che fa sì che salutiamo e andiamo. i giorni seguenti uguali, allo stesso modo belli e pieni di vita. adoro quella città. ADORO tutto.
torno qui, a CASa. e mi fa sorridere che ormai penso a casa mia come questa. ad Alicante. ma ho mai avuto una casa? e poi, esiste davvero una casa, un focolare, qualcosa a cui tornare? non torniamo forse in quel "buco che chiamiamo casa" (brian molko ti prendo in prestito..) solo per rassicurare la nostra ipocrisia che c'è un posto in cui possiamo toglierci la benedetta maschera..?in cui possiamo prenderci Tempo, con l'illusione che ci sia davvero?
per me casa mia è qui,ora, ma forse lo è stata da sempre. non si vive mica una sola vita, in fondo.
magari vivo qua da quando sono nata, senza saperlo.
alla fine hai ragione tu, AMICO, che dentro un filo mi regali geniali motivazioni per continuare a vivere, essendo felice. hai ragione quando mi dici che CARLO V parlava tutte le lingue dei paesi del suo impero, perfettamente, e questo perchè: "si vivono tante vite, quante lingue si conoscono".
Sento che questa vita mi piace di piu'. è una vita tutta mia, e io già non sono quella che ero. con questa vita ci farò un vestito di seta, principessa di un regno dove tutto e buono e bello, e il sole anche a novembre ti bacia con la stessa identica forza, per regalarti un sorriso.Cercherò di non rovinare anche questa. adiòs.

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