sabato 14 ottobre 2006

jet lag...

apriamo questo post dicendo che ho una "puta resaca " da stamattina, che sarebbe poi la sbronza, ma comunque.
apriamo anke dicendo che il titolo del post è mutuato dalla felice espressione che Kalao ha scelto per il suo nick in chat, e forse per identificare una vita (la nostra) tutta intera, ma comunque.
jet lag....infiniti viaggi. mi sembra di essere su una macchina del tempo impazzita che per qualche divina congiuntura astrale viaggia senza che nessuno possa fermarla.
Spagna-ITalia-Spagna.
o meglio: Alicante-Valencia- Bergamo-Milano. all'andata.e poi
di nuovo: Milano-Bergamo-Valencia-Alicante. al revés. (al contrario).
e poi: Alicante-Catral. Catral- Alicante. il tutto in una settimana.
e forse, a fine mese: ALicante- Granda -Cordoba, o Alicante-Barcelona.
da vedere.
Milano
la cosa buffa è stata passare dall'estate piena ai maglioni e piumoni, e dormire sotto una coperta calda e appoggiata alla sua spalla, una abitudine antica che ti mancava eppure l'hai vissuta come in un sogno. d'un fiato. e svegliarsi con l'odore del caffè che puntualmente si brucia, e con il sapore dei baci che avevi iniziato a dimenticare persino come si davano, il gusto delle sue labbra, le sue mani, e guardarsi negli occhi scoprendosi come per la prima volta, il freddo che ti fa starnutire e il desiderio del latteecaffè caldo con tanta marmellata e tante coccole, HaiVistoSonoTornata.
la casa. tu hogar. y sin embargo, hay algo que te falta.
eccerto, sicuramente qualcosa mi mancava. come ha scritto la mia cacciatrice di Sederi: "la regina dei feaci è tornata, assolata e tuttavia sola. privata degli sguardi che piu' desiderava".
e difatti. ma questa è un'altra storia, e non ne parlerò.
e poi c'era Kalao, e la puntata di All Music registrata davanti al cancello del Palamazda(in ogni caso va in onda il 18, per chi volesse jejejjejeje) e c'era ankora una volta lui, fantastico come sempra, Brian Molko, Biemme per noi, e una nuova seconda fila per me che come in estasi ero là a cantare la disperazione occhineri e lacrime. nere anche loro, chiaro. come il resto del vestiario. quando una persona sa essere coerente. l'altra metà di me va via come le note di Twenty Years, sfumando piano tra baci disperati e promesse di farcela (lo so che ce la fai, lo so che ce la fai, cazzo, sei il migliore!!!) e attese, lunghissime, perchè spero di vederlo al piu' presto.
Con la mia metà lo stesso. sempre piu' difficile vedersi, ma adoro le prove e ne stiamo venendo fuori meglio di quanto pensassimo, in fondo, non tutto il male viene per nuocere.
(la malinconia mi ruba per un attimo il respiro, solo una settimana fa ero tra braccia sicure e ora sono di nuovo sola, ma passerà. TiAmo.)
Alicante
Di nuovo qui. la turbolenza fisica in aereo divene mentale, non riesco ad affarrare le fila della sotri,al a trama sfugge e si nasconde alla vista e vorrei solo morire, attaccata al gonnellino celeste della hostess che continua a ripetere: VATuttoBene.
Fumo un porro nel treno grazie a un angelo vestito da una 20enne valenziana muy muy amable, che mi invita a seguirla nel bagno, ed io come fosse la cosa piu' naturale del mondo obbedisco, sostenendo nuove conversazioni nell'altra lingua. fumo e penso che in fin dei ocnti sono a casa. quasi piango per la gioia quando mi rendo conto che mi fa caldo solo perchè arrivo dalla città fredda e quasi a conservarlo, quel freddo, ho ancora su la felpa e il gilet imbottito.
guardo il termometro fuori in stazione. 36 gradi. ME encanta, e inizio a spogliarmi. il caldo della città è lo stesso degli abbracci e dei sorrisi, e cioccolate e rum a non finire già dalla prima sera.
ALicante mi esplode dentro con i suoi locali che gridano e ti chiamano, ancora, come se ti avessero aspettato. ritrovo me stessa e sono pronta a ricominciare la vita vera.
ieri sera a Catral, un paesini qui nell'interno. Io romàn e frances nel treno, inghilterra spagna e italia, a parlare di Borges e musica aspettando di scendere.
qui la serata si perde tra fumi di alchool, risate, due concerti rock in un centro sociale, una band spagnola e una olandese, un buenissimo rollo davvero, frances mi dice che le sono mancata e non mi sembra vero che una inglese arrivi a dirmi tanto, mi commuovo e inizio a parlare con tutti, finanche con un sordomuto. era là sulla sua sedia a rotelle e chiedeva il mio nome, scirvendo su dei pezzi di cartone raccattati là vicino. è stato incredibile, parlare con lui scrivendoci in spagnolo.
davvero le lingue sono una invenzione della società civile, ci si può capire ovunque e dovunque, hombres, questo mi ha insegnato Ruben, a cui va il mio saluto e il ringraziamento per aver fatto la sua comparasa nella mia vita.
non parlerò di quello che è seguito, del locale rock dove siamo stati tutta la notte a bere cuba a 2 euro e 50 l'uno, della sorella di Romàn che ho fatto ubriacare maldestramente, di Frances e dei suoi 16 cuba che oggi fanno sì che non si esca...ed è sabato.
que lastimaaaaa!!!

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