domenica 2 aprile 2006

Gli uomini che si voltano

Probabilmente
non sei piú chi sei stata
ed é giusto che cosí sia.
Hai raschiato a dovere la carta a vetro
e su noi ogni linea si assottiglia.
Pure qualcosa fu scritto
sui fogli della nostra vita.
Metterli controluce é ingigantire quel segno,
formare un geroglifico piú grande del diadema
che ti abbagliava.
Non apparirai piú dal portello
dell'aliscafo o da fondali d'alghe,
sommozzatrice di fangose rapide
per dare un senso al nulla. Scenderai
sulle scale automatiche dei templi di Mercurio
tra cadaveri in maschera,
tu la sola vivente,
e non ti chiederai
se fu inganno, fu scelta, fu comunicazione
e chi di noi fosse il centro
a cui si tira con l'arco dal baraccone.
Non me lo chiedo neanch'io. Sono colui
che ha veduto un istante e tanto basta
a chi cammina incolonnato come ora
avviene a noi se siamo ancora in vita
o era un inganno crederlo. Si slitta.

Probabilmente non aspettavi che ricordassi proprio questa poesia tra le tante di Montale, probabilmente non volevo ricordarla nenache io . Oppure necessitavo di uno stimolo esterno per compiere il mirabile sforzo.
TU me l'hai offerto, semplicemente, barattandolo col mio religioso silenzio dentro un filo.
Oggi sono una corda, che vibra al tocco di una mano invisibile.
Sono un suono, il più dolce e dimenticato che possa partorire uno strumento.
Sono l'arpeggio di ricordi obliati, troppo stonato
per essere
da voce umana invano accarezzato.
Sono il tempo che hai fermato.

GRAZIE infinite.

1 commento:

Unknown ha detto...

potresti usare l'italiano, per esempio.
e potresti evitare di rompermi i coglioni, anche.
e numero tre, non è che io VOGLIo crearmi una identità triste,nessuno vuole esserlo, HO GLI STRACAZZACCI MIEI per la testa quindi per cortesia la prossima volta na forchettata di cazzi tuoi puoi anche fartela, ok? un bacio gigante AUGURANDOTI TUTTO IL MALE DEL MONDO...E ANCHE DI PIù!