sabato 3 settembre 2005

(para)NOIA

non sono uscita per paura di farmi del male.
non l'ho fatto per te, o per quella vaga idea di coscienza che ho nel cervello e che stanotte si sarebbe fatta viva urlandomi nell'orecchio che avevo sbagliato.
volevo forse gettarmi di nuovo nel baratro?
forse si, mi dico, ma non rieco a sentire che sapore ha, adesso, sapere che è tardi.
amaro, o infinitamente dolce, di quella dolcezza che proviamo quando sappiamo di essere a posto con noi stessi, la stessa che sentono i bambini quando la mano sicura del papà li afferra e li tira via dal pericolo...-e il tuo pensiero in questo caso, sarebbe poprio quella mano..-?
al diavolo, discorso inutile.
perchè voglio farlo?PERCHè VOLEVO FARLO?
per potermi dire: ecco, l'hai fatto.
per il brivido di una conquista? per lasciarmi morire per paura della morte? per impedire al mio cervello di pensare? per sentire che sono più forte delle mie stesse paure, anche se il cuore pulsa e la notte non è sonno leggero ma una battaglia tra lenzuola sempre più umide, tempie madide e occhi che non si chiudono se non l'indomani a mezzogiorno?Per gridare FANCULO, CHISSENEFREGA io STO BENE COSì ?
voglio poter gridare aiuto, ma abbastanza silenziosamente per sentirlo solo io.
perchè non capisco più quale demonio c'è dentro, perchè sento quelle dannate voci che mi dicono -coraggio, l'hai fatto e lo farai ancora!, perchè alla fine sfiancata da desideri che come cavalli impazziti mi tirano l'anima in direzioni diametralmente opposte DORMIRE, ecco cosa vorrei, in un tempo che non abbia spazio e rumore.
e vomito, e sangue e occhi stanchi e gialli sono diventata.
e intanto la partenza si riavvicina, un terribile spauracchio.
ed è già tardi, e tutto è troppo grande ad essere compreso.
SILENZIO.

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