domenica 8 aprile 2007

VIVIMOS EN UNA BURBUJA...

non so quando i contorni hanno iniziato a sparire piano, e il riflesso arcobaleno della luce del sole su una bolla d'aria e sapone mi ha iniziato ad avvolgere...ci ha avvolto..non so nemmeno la bocca di quale bambino, in un gioco eterno e già previsto, ci ha sputate fuori insieme ad altri mille volti come noi, che probabilmente non incontreremo ma di cui condividiamo il destino di sospensione..ci muoviamo nel vuoto e siamo particelle d'acqua, in a bubble, come dici tu, en una burbuja-segun ellos-,in una immensa bolla che ci porta via, giocando a farci rimbalzare senza mai cadere su prati, e letti, e visi, e baci, e città..ancora Italia ma è tutto diverso e come un gioco..gli occhiali a cuore per vedere la vita come un cartone animato, e il vento soffia dentro la bolla e con le mani ancora attaccate alla superficie appiccicosa giochi a rotolare tra il Colosseo e Via dei Tribunali..le sveglie sono un sorriso, lenzuola rosse come la luna di Napoli per le due principesse, fumaglie continue e questa sensazione che ancora non ti abbandona, rotolare nel tempo e nello spazio come dadi lanciati da mani ignote, ma senza mai cadere..nulla a farti male, perchè anche se è italia stai parlando in spagnolo e in inglese- l'hai fatto per continuare a sognare, e la tua batterista inglese occhioazzurro ti reggeil gioco implicitamente richiesto dal fatto stesso di parlare nella lingua che avete comune, lontane entrambe dai vostri mondi nonostante ci siete, nel tuo, e gioia sono i volti amici, e la casa torna ad essere di quattro nonostante il marmo è freddo e non ti piace nemmeno il colore
-l'hai visto oggi, ma non potevi fare altro che appoggiarvi la testa per cercare di penetrare, hai bussato ma nessuno ti ha risposto, nemmeno un fiore a salutarlo, solo lacrime.
tornano i sorrisi, ed è quasi timida la bocca che si schiude in casa tua, quasi ad aver timore di emettere un grido e non una risata, o che la risata stessa suoni sgraziata ed eccessiva.Invece due bacchette a segnare un ritmo sulla spalliera di una sedia bastano a far ballare tua mamma su una gamba sola per il dannato menisco, e tu ritrovi la vena cabarettistica per regalare due minuti di show, prima di tornare in te e realizzare, testa contro il muro, che dormire è meglio che stare svegli, quando l'incubo sta in tutte e due le fasi.hai ancora il cioccolato in bocca e già devi scappare di nuovo, lassù al nord qualcuno ancora ti ama, e tra una settimana devi riportare lacrime e gioie dall'altra parte del mare, assecondando il perenne rotolare della burbuja..e nonostante tutto, puoi chiamarti fortunata, anche se la faccia nello specchio piega ancora la bocca all'ingiù e tu devi correre perchè dalla cucina qualcuno ti chiama.

1 commento:

DAVIDE GIANFELICE ha detto...

love love