mercoledì 11 maggio 2005

Troppo tardi

ebbene sì...è arrivato il periodo degli esami...
akkompagnato dal solito immankabile esaurimento nervoso...proprio quello ke ti porta a piangere e ridere insieme....
come quando ridi una risata lunga un pianto, e vorresti singhiozzare, ma il dolore è troppo forte per sollevarti il petto e allora tenta piccoli sforzi che ti aprono all'aria che non vuoi...
allora ridi,- vorresti urlare-, e vuoi correre d'improvviso kon le braccia aperte, poi buttarti su una spiaggia lasciando la testa ciondolare come un pendolo inerme, senza più fulcro...e in quel silenzio udirei solo le tue parole ripeterti che ce la devi, che ce la puoi fare....anche se nella testa sai di non essere poi ankora pronta per affrontare sta vita del kazzo che tutti dikono vada la pena viversela...

io non so.perchè ci sono giorni, kome oggi ad esempio, in cui l'aver respirato mi sembra la sola cosa utile che abbia potuto mettere in atto...
e guarda kaso, il respirare è un movimento involontario.mi rieskono bene solo quelli.
Come del resto il farmi battere il cuore a intervalli regolari.
e il pensare.

il pensare con l'inconscio, quello mi riesce di fare, l'ennesima prova di kome tutto
abbia un filo logico nel mio copione.
inconscio, incoscienza, incoscente..ekko spiegato, meglio che in un teorema matematiko, dalla sola radice che lega queste tre parole, il perchè mi sembra di non avere mai una coscienza.
di quella da interrogare così, come adesso mi serirebbe, quanto basta per potersi dire che, in fondo, si è una brava persona, che nella vita è normale compiere sbagli, che sbagliando si impara...e che non è mai troppo tardi per cambiare.
Invece non ce n'è ,non ne sento il peso nemmeno se provo a immaginarmela,e se adesso un qualsiasi Bartleboom venisse a chiedermi
-Che cosa aspetta, madam?
-Che sia troppo tardi.
gli risponderei, con un lentissimo cenno del capo,
non avendo il coraggio di sollevare gli occhi perchè non è un uomo, che mi porge questa domanda, ma Io stessa.
e allora che vada come vuole, deve o può andare, tirino pure i loro dadi gli dei,e questi, nel loro rotolare cosmico, giochino a scambiarmi di ruolo sul palcoscenico.

è quasi notte.
sono sola in una stanza buia.
e aspetto.

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