sabato 13 agosto 2011

SUL TACCUINO

DILUENTE

La letteratura
potrebbe salvarci,
se solo sapessimo prenderla
e goderne
quale prostituta francese
in reconditi amplessi sur le Seine.

Apro bene le narici e scopro il petto
affinché le lingue degli altri
possano in me trovare nido e cibo.

Mutante di personaggi a me alieni,
si presta la mente scorrendo le righe,
e il mondo di fuori si scolora,
lasciando il posto a un altro quando.

Probabilmente, -disse così il prolifico regista-
oggi sono fuori fuoco. Meglio per gli altri.
verso la Corsica, 2 Agosto
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DONNE

C'erano un tempo donne per cui davvero
valeva la pena.

Erano quelle dei cavalieri erranti
contro le fiere di boschi immaginari,
quelle dei naufragi senza ritorno,
già raggiunti dall'onda,
era l'angoscia di Ulisse, Jacopo o Werther.

La storia deve aver subito un'inversione.

Dopo cuori, vite, vascelli e popolazioni,
tutto ciò che dietro di loro e per loro si muove,
è il passo stanco d'uomini insulsi,
eroi del quotidiano-quieto-vivere, da esse stesse
generati, per un'innaturale involuzione.

Poi però si piange col cavallo bianco da pellicola,
e si agogna il manto azzurro ad ogni sguardo,
agitando le palpebre e i seni. L'altro non vede.