domenica 31 dicembre 2006

bye bye 2006

oggi la giornata è iniziata male...
qualcosa di simile a un rospo continua a giacere nella mia gola...non lo ingoierò mai..
mi sento abbandonata.
e oggi intanto è già la fine dell'anno.
l'ultimo fottuto giorno di questo 2006, che porta la firma di mio padre.
figlio di puttana, te lo sei portato via. come hai potuto? me l'hai strappato via, il mio povero padre.
spesso penso al suo corpo, chiuso dentro un cassetto di mattoni.
non realizzo. non voglio. la gente dice che reagisco bene, che se non altro sono una brava attrice. che mi devo dare da fare. che devo sorridere. che devo fare come se lui fosse vivo. che ora lui sta meglio.
la gente dice, dice un sacco di cose. non ho piu' orecchie.
stamattina ho riletto la Pioggia. e 1964. e un mucchio di altre cose. mi stupisco di come non possano cadere le lacrime, nonostante la forza di gravità sia uguale dappertutto sulla terra. le lacrime rimangono sospese, non escono. E' come se piangessi al contrario. il cuore una spugna, gli occhi asciutti, lo stomaco in subbuglio e senza voce, nemmeno per gridare.
festeggerò ugualmente. Stasera è la mia sera. la mia notte. E domani è tutto per me.
Come mi hanno scritto in un messaggio, se non ci fossero fini così atroci non sarebbe così importante ricominciare.
Credo che gli uomini abbiano inventato il Capodanno per questo, per avere la certezza che strappando il 31 dal calendario tirino via un pezzo di vita, 365 giorni, e ricomincino. l'homo senex saluta l'Homo puer.
io saluterò il 2007 con la speranza del pescatore che butta l'ennesimo amo in un canale ormai quasi secco. la speranza in un miracolo. in una moltiplicazione di frutti, risultati, sorrisi, soddisfazioni. tutti da vivere, tutti da dedicare a quel gran signore di mio Padre.
per lui con lui in lui. e ora io cerco nella memoria, e voglio non trovare il corpo bianco e freddo, ma la sua vita, quella vera. ancora adesso è come se mi giro, e lui fosse là.
angoscia, per favore vai via.
silenzio, taci anke tu una buona volta.
Voglio parole, e musica, e tanto rock 'n roll, e luci, e drugs, e completi di pelle e pizzo nero, e smalti che raccontano di giorni complicati, e un bordo nero e spesso intorno all'occhio, che la dice tutta se perfino Mr. Brian Molko ci ha tirato su la splendida Black-eyed: "a product of a Broken Home".
Voglio amici e i loro sorrisi, le loro braccia sempre pronte, braccia che ti dicono il bene disinteressato e puro, braccia come calde coperte morbide intorno al corpo. Sorrisi come perle, da conservare con cura per i giorni di pioggia che verranno.
Voglio l'ebbrezza della mezzanotte, e di un conto alla rovescia.L'illusione di un riscatto. Guardare il cielo e dirgli: beh, io sono ANche questa, ma ti amo lo stesso.
Sentire la sua carezza tra i capelli, sul viso che la luna si divertirà a bagnare d'argento.

Addio 2006. mi Bruci sulla pelle come il marchio a fuoco su una povera bestia d'allevamento.
Ma io sono piu' forte di te. Giungerà la mezzanotte, e un secondo dopo in una notte Dark un trozo de alma si staccherà da terra, pieno di vita propria, e mi dirà Addio con la mano, per non tornare mai piu'.

Aspettando cicatrici immediate,

Buon 2007 a tutti.

venerdì 29 dicembre 2006

Requiem Aeternum

un mese fa mi ha abbandonato mio padre.
ciò spiega questo silenzio.
e ora sono qui a girare in casa, e ogni oggetto dice: Babbo! con voce sgomenta.
nessuna altra parola, se non che in cielo, direttamente dopo Dio, viene Papà (come diceva Mozart).

per te, amore mio.
Delia Elena San Marco
Nos despedimos en una de las esquinas del Once.
Desde la otra vereda volví a mirar;
usted se había dado vuelta y me dijo adiós con la mano.

Un río de vehículos y de gente corría entre nosotros;
eran las cinco de una tarde cualquiera;
cómo iba yo a saber que aquel río
era el triste Aqueronte, el insuperable.
Ya no nos vimos y un año después usted había muerto.
Y ahora yo busco esa memoria y la miro y pienso que era falsa
y que detrás de la despedida trivial estaba la infinita separación.
Anoche no salí después de comer y releí,
para comprender estas cosas,
la última enseñanza que Platón pone en boca de su maestro.
Leí que el alma puede huir cuando muere la carne.
Y ahora no sé si la verdad está en la aciaga interpretación ulterior o en la despedida inocente.
Porque si no mueren las almas,
está muy bien que en sus despedidas no haya énfasis.
Decirse adiós es negar la separación, es decir:
Hoy jugamos a separarnos pero nos veremos mañana.
Los hombres inventaron el adiós
porque se saben de algún modo inmortales,
aunque se juzguen contingentes y efímeros.

Delia: alguna vez anudaremos ¿junto a qué río? este diálogo incierto y nos preguntaremos si alguna vez, en una ciudad que se perdía en una llanura, fuimos Borges y Delia.

Jorge Luis Borges - El Hacedor



Ti amerò per sempre.