venerdì 5 marzo 2010

Certezze del non.

La certezza è che la risposta è stata trovata, solo che come diceva l'autore di una trasmissione obsoleta, purtroppo è sbagliata.

Detto da Julio Cortazar, la sensazione di non riuscire mai ad essere l'alpha e l'omega, oppure il tremendo supplizio o il folle rischio da correre per raggiungerla.

E nel mentre, siamo epsilon, siamo kappa, amiamo i nostri pi, rho, facciamo la spesa da sigma, quest'ultima soltanto per dirci che riusciamo a strapparci un sorriso volontario e amarci un po' per questo, andiamo a bere mojiti, scopiamo, facciamo telefonate, scriviamo, ascoltiamo, rimproveriamo e consoliamo una gamma di psi, mi, ni, omicron, appendiamo al collo il tau, se servisse a qualcosa per un Occidentale sentirsi parte di un'altra accettazione del mondo mentre il tau si mischia al collo di pelliccia e all'orecchino Miluna volutamente asimmetrico rispetto all'acconciatura, e ancora, le fi, le beta, come le versioni di mondi virtuali che percorriamo ma che sono quasi già visti e sentiti più della relatà per definizione, lo schema sociale appartiene alla testa e non ci si mette un niente a ricrearlo dall'analogico al digitale, e nel frattempo è il weekend e bisogna avere l'ansia di trovare qualcosa da fare, divertirsi e sorridere, o piangere, sempre con chi, fi, lambda, delta, cercando forse dentro il bicchiere la promessa dell'inizio, o quanto meno una fine degna della complessità dei pensieri del cane o del pesce originale, che non riesce a essere nessuna lettera dell'alfabeto né tantomeno la prima o l'ultima.