domenica 11 giugno 2006

fra meno di 24 ore...

angoscia....e pensieri più o meno candidi.
scrivo senza filtro...
ormai la mente è obnubilata, sono sparite le bianche colombe, uno stormo di corvacci neri intorno, sento il loro isterico sbatter d'ali a pochi centimetri dalla faccia..soccombo, e qui a casa del mio vicino..ho un fuoco dentro, in senso fisico e mentale, e il quesito è sempre lo stesso, per ingannare i tempi morti, quale sarà tra la fiamma biforcuta a spegnersi per prima.
mi sento semplicemente incolore. una massa grigia, la nebbia, che ritorna spesso e ogni volta non è mai la stessa di prima.
io, quella che ero allora, non sono la stessa. non lo sarò domani, nel girono ennsimo di prova.
reinvento maschere continuamente, e questa tendenza demiurgica mi assicura la sopravvivenza, ma mi sfianca.
vorrei partire domani o mai.
vorrei una porta tutta aperta o tutta chiusa.
vorrei un bianco e un nero.
annaffio l'ansia con bicchieri di vino, anche quello troppo annacquato, o troppo poco.

venerdì 2 giugno 2006

Sangue e sospiri

pausa studio in radio...
jocca e insalata con la mia fonika mentre lei manovra cursori e modula suoni e frequenze...
io in un ufficio a studiare, con tanto di telefono a portata di mano che fa tanto impiegata con lo zero da digitare prima di comporre il numero...qua mi sento " a casa" , ed è buffo perchè riesco a sentirmi più a casa in un posto di estranei che a casa mia..le facce così famigliari che mi hanno circondato fino ad ora improvvisamente mi appaiono dei perfetti sconosciuti, lo sto testando ad ogni incontro, ad ogni telefonata, a ogni conversazione reale o virtuale.
non riesco a essere più me stessa, mi sento schifata, mi sento terribilmente presa in giro, e tutte le promesse inutili di amicizia e mutuo soccorso nessuno le ricorda più, ormai; perchè abbiamo fatto il primo passo in società, perchè la vita ci sorride ed è inutile pensare a quella sfigata che oltretutto si lamenta dalla mattina alla sera , perchè ci sentiamo qualcuno, o forse perchè "non abbiamo tempo"...ma non importa.
io non dico.
io osservo in silenzio. (perchè anche queste pagine, in realtà, sono mute).
osservo, e valuto. ho pesato e misurato tutti, per prima me stessa, trovando tutti mancanti.
e poi sbaglio, e poi piango, e poi è sangue dal naso a fiumi, come ieri, e poi tu mi chiami da un letto in terapia intensiva e sputi l'anima, e hai una ferita nei polmoni e tutto quello che posso dire è "mi dispiace" o "gli esami andranno bene, non ti preoccupare".
intanto voglio un medico, lo voglio perchè ora la pelle si strappa da sola, affondo le unghie nella carne e sono piaghe ovunque, rotonde e rosse come i pois della pimpa..e mal di testa e di denti ma qualcuno ieri mi ha abbracciato, e mi ha detto " piccolina, sei de' feeeerro..". qualcuno è vero, per fortuna. qualcuno che non riesco a essere neppure io. qualcuno che forse non sarò mai, troppo occupata a reinventarmi ogni nuovo giorno per arrivare alla fine e guardare la vita come la guarderebbe un'altra fortunata.