lunedì 27 marzo 2006

C come compleanno...

21 anni. la mia canna da un grammo si accende e riscalda dalla finestra il tappo di una bottiglia vola e inizia a rotolare, facendomi sentire nelle vesti del presidente della mia immaginaria e alquanto insolita repubblica.
venerdì sera. quattro persone intorno a un tavolo, a brindare sfanculando tutti quelli che ci vogliono male - ma quelli sarebbero arrivati solo il giorno dopo alla mia festa!!- e augurandoci di sopravvivere anke quest'anno. i loro volti amici, i loro bicchieri uniti, la semplicità dei gesti mi commuove. il colpo di grazia me lo dà la telefonata degli amici dalla capitale, e il mio guru in particolare, che continua a farmi crescere parlando di piazzolla e rachmaninov e borges e sylvia plath..il mio omettino invece lavora, ma è come se fosse vicino a me..
ancora a fumare, instancabile mi sento e l'alcool sale picchiando forte sulla testa ma a me sembra soltanto un formicolio sterile, non riesco ad annebbiarmi eppure vorrei ma spesse tele fredde mi avviluppano e in una tazza gialla di camomilla affogo la serata cercando le pecore sfuggite dal recinto immaginario del sogno chimera vanamente cercato a lungo mi addormento con le braccia strette a lisi mentre decidiamo cosa indossare il giorno dopo c'è la fiera del fumetto e il mio complanno e la notte bianca come adesso, buonanotte assistente ti voglio bene a domani la sveglia è per le otto sono le due sì adesso dormiamo.
la mattina è un risveglio che senza soluzione di continuità riprende l'attività principale lasciata la sera
tutti in direzione fiera sono pronti già dalla nove mi appresto a preparare la sangria nel cerchio di caffè che mi tiene sveglia Polissena stranamente mi circonda la sua anima la testa forse anche io mi sento vittima da immolare su un altare perchè si compia lo stesso fatidico rito ma sono troppo preoccupata da problemi insoluti e devo pur reagire il giorno della mia festa.
inizio a prepararenon senza continui assaggi la sangria e per le due siamo in fiera, finalmente, esplodono i colori e i volti amici fino al momento in cui poi si confondono con i volti di persone che vorrebbero solo reciprocsmente ignorarsi ma per forza di cose non possono o non devono farlo, mi sento presa in giro ma la fiera continua con il suo sfavillio di colori e persone , sono con Lui e niente oggi potrà farmi del male.
finalmente a casa, alle 7 è tutto pronto per la festa, i marocchini mi seguono dall'esselunga a casa con fischi di approvazione , mi pento di non essere uno di quei cessi che mai verranno seguite fino a kasa, nonostante con gonne scollature e vestiti alternativi cerchino di fare la loro porca fiugra ma fanno la figura delle porche, per dirla alla bukowski sono a sud di nessun nord e continuano a farmi domande a cui non ho voglia di rispondere, sulla mia vita, su cosa sono e dove vado, sciorinandomi davanti il loro essere piene di idee e sogni, quando sono le più banali e rozze figure che mi siano capitate davanti, e le vedo complici nella loro ordinarietà e nel guardarsi di sottecchi ogni volta che a una delle loro domande da antologia rispondo, e so bene che le mie risposte divengono oggetto di scherno o di critica e di risatine isteriche da quattordicenni, la rabbia cresce nello stomaco e mi chiedo se davvero pensano di me che sia una povera idiota pentendomi invece di non aver trovato l'LSD in gocce in tempo per metterla nei bicchieri e guardare le loro facce storte e ridere un pò io, ma poi ugualmente non so come una calda risata mi parte dal cuore quando realizzo per davvero che sì, stanno facendo domande per vedere il mio tasso di stupidità, il che detto da loro è un complimento, e indossando a mia volta la maschera cerco di dare le risposte che loro si aspetterebbero, qulle giuste perchè abbiano abbastanza materiale da riempire, chissà! le loro chat e i loro forum, o semplicemente lo stanco chiacchericcio di una festa a cui non sono state invitate ma penosamente si sono presentate comunque per non avere il coraggio o la dignità di non venire dopo che per un anno mi hanno coperto di merda e fango con qualsiasi persona gli capitasse a tiro, tutto sommato io mi sento più che gentile e mentre faccio due più due mi sembra anche di trovarle simpatiche, a loro mdo, della maniera in cui riescono ad autocelebrarsi, lo trovo affascinante , e mi piace, mi ricordano un pò una storia di pirandello, il signoro ponza e la signora frola, mi fanno ridere cazzo, e finalmente
felice mi stacco da loro per parlare con altri , e osservarle da lontano ridendo con i più che non si spiegano certe presenze proprio all a MIa festa...falsi gli altri falsa io, cerco di rispondere.
arrivano i regali, fantastici, dimentico le note stonate, spegnendo le mie candeline, o meglio accendendole, prego Iddio di darmi il coraggio di sopportare il resto della serata e quest'altro anno, e di avere facce vere intorno, e di non dovermi più giustificare con chi non mi conosce e non capirebbe, con chi è contento della merda di vita che conduce perchè non ha il coraggio di guardarsi allo specchio per sputarsi in faccia e confessare che è solo invidia e cattiveria la materia del suo essere, o egocentrismo, o quant'altro, fumando spengo la mia esasperazione pensando all'unico vero amore della mia vita, mio padre, a lui e alle sue mani che un pò già tremano, a lui e ai suoi begli occhi, a lui e ai nostri discorsi lasciati incompiuti, a lui, perchè io sono lui e lui è me, e siamo insieme, e sono quello che sono perchè grazie a Dio Qualcuno mi ha davvero insegnato il valore dell'essere, dell'essere sempre, anche in difficoltà, del rifugiarsi nella lettura e nel coltivare la propria anima prima di tutto il resto.
non starò qua a citare i regali che mi sono arrivati come un piacevole sovrappiù, era la presneza quella che mi bastava, alcuni- proprio le persone sbagliate- devono aver preso questo alla lettera, ma fortunantamente non ci ho badato più, sono contenta lo stesso anche di loro, non si può pretendere tutto dalla vita, anche la comprensione di chi amandoti cerca di mascherare l'odio che prova per te non è poi da sottovalutare, è comunque qualcosa di piacevole, cui si aggiungono libri, l'affetto e il meraviglioso regalo del terzo uomo della mia vita, il cuore a forma di zaino delle 4 donne che mi circondano, i 21 centesimi nel salvadanaio della quinta ultima arrivata da taiwan, ancora i libri della mia collega e del dottò, una maglia di zara, il fumetto il corvo, la dedica di MR e la SUA dedica da quel gran pezzo di ..colorista!, orecchini per invogliarmi a fare i buchi, e il telefonino nuovo da quella creatura meravigliosa che sempre più mi fa girare la testa , visto che gli ultimi saranno i primi!

la notte bianca prosegue in giro, duomo- colonne, ma la stanchezza si fa sentire, e il peso del tempo e gli eventi mi fa soccombere, ma calde e dolci come ambrosia lei camminando mi riversa emozioni e la sua rabbia è un pò la mia e lei è un fiume in piena che sta straripando, parla ed è come acqua
benefica
salvifica
quella che viene fuori nel suo intricato e stanco monologo che mi racconta di come è pura e profonda quella perosna che mi cammina accanto, e mi sembra ricami lodi che io non scorgo, ma vedo ciò che LEI vede di me, e il suo vedermi mi fa piangere, perchè è più caro e prezioso della stessa opinione che ho IO su ME.
spero di non perdere anche lei, e spero di essere io stessa un gran sostegno, per me , e per chi mi vuole DAVVERO bene.

GRAZie a tutti, veri o falsi che siate.

e auguri, naturalmente, a me.

venerdì 24 marzo 2006

We' re runnign out of alibis

University of Alicante, 9 mesi.
Alicante non è Madrid.
E' il paese dei balocchi.
Una Rimini spagnola che conta quasi 200.000 abitanti.
Dove c'è tutto, e arriva di tutto.
Dove il bagno lo si fa anche a marzo, perchè il caldo vento africano arriva fin qui.
A due passi da Valencia, una lingua di mare la separa da Ibiza e Formentera.
Era quello che volevo? NO.
ma forse è da pazzi rinunciare, e infatti non rinuncerò.
Eppure...
Quando avrò finalmente firmato quei documenti d'accettazione, sarà l'inizio, o la fine.
fino ad allora mi godo il fascino vellutato del limbo, e mi coccolo pensando al mio compleanno alcolico, per dimenticare che non posso smettere di crescere.



"Cant' stop growing old..."
ON AIR: This picture. Placebo.

martedì 21 marzo 2006

Di un patetico lunedì sera

MI scivoli via tra le dita
quando ti fiondi in un bicchiere di coca e rum
è strana a tratti coinvolgente, la tua materia grigia intelligente..
Guadagni dei punti QUANDO VUOI
riaffiori per cadere poco dopo in apnea
ti accorgi infine
che non hai concluso
niente di niente.
QUANDO TI UCCIDI, TU ti DIVERTI di PIU'
QUANDO TI UCCIDI, TU ti DIVERTI di PIU'
QUANDO MI UCCIDI RIDI
..RIDI!!!
ti affacci al balcone della vita,
AMMETTI che non hai concluso nulla dal principio,
INCOLLATI al tuo divano
e ripeti piano quello che ti piace in Tivù
QUANDO TI UCCIDI, TU ti DIVERTI di PIU'
QUANDO TI UCCIDI, TU ti DIVERTI di PIU'
QUANDO MI UCCIDI RIDI
..RIDI!!!


quali parole più vere...moltheni geniale nei testi e mi compiace della sua ordinarietà ricercata e singolare, persa in pagine di marketing che non significano null' altro che lo specchio di una società in decadenza, e il suo tentativodi attaccare con la colla l'economia alla carta per sciorinare un decalogo fasullo di imprese virtuali.PUAAAH!
malessere dentro, lo sento percorremi lo stomaco, depositando pezzi di cibo sul fondo di uno specchio d'acqua che nel bagno mi restituisce la faccia scomposta, questo vorrei ardentemente, lo desidero più di qualsiasi altra cosa, ma l'ho già fatto succedere, se per vero o fintamente tra le righe scritte a penna inchiostro blu sul veloce e pratico quadernetto un altro lo giudicherà.
sento quell'odore. lo sento dapperutto.
finto plastica è l'odore delle facce intorno, visi spenti, vuoti - mio amato maestro, tu che canti che i volti sono polvere e come un sogno dietro di loro non c'è nulla, dov'è la consolazione delle tue parole magiche?-
non riesco a leggere. non riesco. bruciano troppo gli occhi dietro lenti sporche, sono un animale e l'istinto mi dice di fare male ovunque, intessendo laconiche discussioni con me stessa per arrivare a conclusioni inconsistenti quanto la schiuma.
mi chiedo quando l'angoscia finirà.
mi chiedo dove sono, e quando potrò essere.
mi chiedo, la notte compie il suo giro sul cielo trapunta scura di stoffa pesante, il respiro preme e mi accarezzo finchè arriva domani, ho male al cuore.
domani ci sarà un verdetto, un primo, l' imago illusoria di un traguardo.
mi accoccolo e in me prego, contando mentalmente il sospirato sonno che, presto o tardi, arriverà.

domenica 5 marzo 2006

Confusa (e infelice)

qua mi sento nel nido, ma oggi devo andarmene.
devo tornare a casa.
ho più una casa?
non lo era casa mia , non lo è questa, dove un'altra famiglia costruisce altri progetti cui non posso nè voglio prendere parte, non lo è la mia, sei persone diverse con diverse voglie di fare cose diverse
..come se mettere d'accordo sei cervelli fosse una cosa facile..difficile già con sei persone normali, figurarsi con noi!
è il senso di non-appartenenza ke mi sfianca..il sentirmi sempre in un non so ke, mi piace ma non riesco a non essere sempre, voglio avere a volte un quando e un come, anche labili,stanca del mio castello di carte crollate di nuovo.
boxer indossando perchè ho finito i cambi mi sento maschia, e prenderei a calci chiunque, sole compreso che vile non buca le nuvole latte intorno e sensazione di vuoto nello stomaco.
vorrei essere cercata. vorrei essere desiderata. mano di mio padre sulla testa, lo immagino bianco e stanco, occhi vitrei, guarda dalla finestra la fronte contro il vetro schiacciando quasi volesse trapassarlo borbotta sul tempo sempre uguale e la vita che scivola via come sabbia da pugni serrati è tardi devo iniziare a studiare ti prego scompari da me immagine triste ti prego vai via, e oh! come vorrei essere in un altro posto per non pensare il fumo mi farà compagnia afghano sapore in bocca d'amaro plastilina lucida mi salverà da questo sentirmi stanca e sola in un giorno qualunque oggi è domenika la domenika è sempre kosì triste perchè non c'è nessuno e oh! vorrei solo essere in un altro posto per non pensare e oh! immagine triste ti prego sparisci ma in fondo domani non sarà più domenika domani vivo domani respiro oggi dormirò il resto delle ore e guarderò i numeri per non guardare fuori è gia pomeriggio e sono stanca nulla avendo concluso mi arrendo.
fanculo.
mi ammazzo.
fanculo.
ridendo.

sabato 4 marzo 2006

Labirinto

"Zeus non potrebbe sciogliere le reti
di pietra che mi stringono. Ho scordato
gli uomini che fui; seguo l'odiato
sentiero di monotone pareti
ch'è il mio destino. Dritte gallerie
che si curvano in circoli segreti,
passati che sian gli anni. Parapetti
in cui l'uso dei giorni ha aperto crepe.
Nella pallida polvere decifro
orme temute. L'aria mi ha recato
nei concavi crepuscoli un bramito
o l'eco d'un bramito desolato.
nell'ombra un Altro so, di cui la sorte
è stancare le lunghe solitudini
che intessono e disfanno questo Ade
e bramare il mio sangue, la mia morte.
ci cerchiamo l'un l ' altro. Fosse almeno
questo l'ultimo giorno dell'attesa."
jeorge luis borges



non credo ci siano mai state parole più belle e vive per sentire il labirinto.
vorrei poterne uscire anche io. ma quello che sento, è quello che ho scritto,
e Borges mi consola, ed ecco, le nostre solitudini crude a rendersi vicendevolmente omaggio, lui, non smettendo di raccontarle, io sentendole nelle mie vene, lacrime sciogliendo in fondi di vetro.
mi manca l'aria. mi manca il tempo. lo spazio.
magari..non è tutto così definito.
sto perdendo anche il circa e il quasi, i ma e i se, e il beneficio del dubbio.
teli neri all'orizzonte, e voglia di mordere, non ho bianche colombe intorno, i corvi gridano, e solo vorrei. dormire.
scappare.partire. gridare.
morire, con questo mio unico compagno, il corpo.



giovedì 2 marzo 2006

Psicoterapia scribendi

odio..delusione, rimorso o una vago rimpianto, cosa
in questa notte senza luna, vela i miei occhi di pianto?

senza piu' nessun equilibrio, ecco dove sono finita, risucchiata in un immenso buco nero
- vortice dilapida ogni mio tentativo di uscire fuori-
da gente che non meritava
- zanzare fastidiose mi hanno succhiato fin troppo sangue ma smetteranno presto di volare, la mia ciabatta arriverà inesorabile e cadranno, oh, sì che cadranno sotto la mia risata pulita e accesa, sincera, libera, graffiante e insopportabile.

oggi odio tutti.
odio e maledirei il mondo- prima di tutto la creatura sgraziata che mi viene incontro dalla porta a specchi in anticamera a casa di dav- poi tutto il resto, non risparmiando nessuno.

sono stanca.

stanca della falsità che c'è in giro-sei fakeee! gridava una ballerina(non LEI) mia amica-ora forse non piu'- ma so che nella sua pazzia era piu' sana di tutti, paradossalmente pirandelliana nel suo agitarsi rivelava verità ai più scomode e nessuno voleva acoltarla solo perchè incapace di rivelarle anche a sè stessa sbraitava sul mondo ma è vero alla fine,
perchè voi che ben presto siete pronti a chiamare la gente pazza cosa siete allora?
marionette, vuote e squallide, vi vedo, e siete il piu' triste dei clichè-senza per questo esimermi, siamo umani e impensabile sarebbe non essere un clichè, ma in modo intelligente, è questo ke fa male, è questo ke non vi riesce, e vi vedo svegliarvi la mattina nei vostri sorrisi compiaciuti e siete tutto sommato soddisfatti del vostro mondo di niente, in cui tutto gira troppo bene e anche quando non lo fa c'è il calore di due braccia e due labbra a scaldarti, c'è una cartina da potersi rollare, c'è una tazza di tè con un amico, c'è il sentirsi amabili, desiderati, "fighi", c'è il vedersi belli e sentirsi cercati, c'è il giocare a fare una schermaglia di plastica finto-amorosa che puzza di naftalina su un pc qualsiasi nascosti da un monitor perchè là è piu' facile parlare e farsi vedere quelli che non si è- dio come siete patetici tutti!laccati, effimeri..infantili!-
e poi vi immolate a valori come la sensibiltà, l'apertura mentale, l'alternatività,voi la droga, voi, la bisessualità, voi, l'essere incompresi e speciali...
ma puzzate, puzzate perchè la merda anche ben confezionata conserva sempre il suo caratteristico odore e quell'odore non te lo togli più, c'è poco da fare, potrai dire al mondo che sei la persona migliore ma prima o poi tutto viene fuori aihmè, ed è quello che continuo a vedere, è quello che mi fa rivoltare le budella, e non parole vi vomiterei in faccia ma la cieca disperazione delle aspettative tradite, delle promesse abortite, delle delusioni continue, dei vostri limiti scontati, del vostro tirarvi indietro, dell'avere paura..
stanca dei vostri ti voglio bene buttati là senza peso- io che cristo ho pesato sempre tutte le parole manco fossero i massi del Cammino di Santiago, perchè so bene che sono armi, che possono uccidere-io pago la vostra noncuranza, la vostra negligenza ,la vostra strafottenza, il vostro non avere un'etica perchè volete professarvi liberi ma siete piu' schiavi del peggior schiavo, siete schiavi di voi stessi, dei vostri perosnaggi, del vostro mondo di zucchero, in cui ci sguazzate bene, immaginadnovi di volta in volta poeti maledetti, artisti, cantanti, attori, gente la cui vita è talmente travagliata che c'è solo un modo di esprimere le proprie emozioni, e quella è l'arte.
peccato che la vostra non è altro che un tentativo continuo di emulare dorian gray, peccato che il verso non suona , la musica non comunica, peccato che tutto si perda non appena scrosti un pò la facciata della persona bella e sensibile che ti apre il cuore- amici, conoscenti, gente comunque che pensi ti "ami", gente che ti adora, che dice di emularti, che ti "mette sul piedistallo"e credetemi ce ne sono- ed è allora che lo senti quel rumore.
il rumore di qualcosa che ha ripreso a battere. è il tuo cuore.
come se , finalmente, alla fine, te lo fossi ripreso tutto intero per protesta da quella massa di idioti che aveva avuto la presunzione di strappartene via un pezzetto, giorno per giorno, senza dire posso, senza chiedere permesso.
e non racconterai certo di come vivi tu le giornate-il dolore per la gente che se ne va, per chi non l'ha ancora fatto ma lo sta facendo e ogni telefonata ti trema la voce- perchè nessuno vorrà ascoltare il delirio di una povera pazza, perchè è più facile cercare di non capire, è più facile sparire quando si ha bisogno di te, con la scusa che "tu sei troppo", "tu non sei normale", "di fronte a te mi sento piccola/o"..ma adesso basta.
ecco la mia rabbia, onore e gloria a lei che giace qua, soffocata in un brainstroming piu' o meno chiaro...

ma il Maestro mi viene incontro, e onorando uno dei pochi sinceri cuori mi dico:

"E' oggi, ieri. Tu non sei che gli altri,
il cui volto è di polvere. Sei i morti."
( J. L. B.)